TAORMINA. Autunno all’Odeon. Sergio Claudio Perroni va in scena con “Entro a volte nel tuo sonno”

0
54
Foto Taormina arte

Autunno all’Odeon” il cartellone di eventi della Fondazione Taormina Arte Sicilia, in sinergia con il Parco archeologico Naxos-Taormina, venerdì 12 ottobre, ha avuto il piacere di ospitare un reading di Sergio Claudio Perroni. Lo scrittore e traduttore ha selezionato 12 testi, daEntro a volte nel tuo sonno, La nave di Teseo, 2018. Musiche di Massimiliano Pace e regia di Guglielmo Ferro.

Non è facile portare sulla scena un reading come quello di Entro a volte nel tuo sonno. Richiede delicatezza per ogni parola espirata e letta. Ha bisogno di un ambiente avvolgente come velluto e va portata innanzi al pubblico, come se si conducesse per mano una creatura fragile e resa saggia dal tempo. Il palco deve accogliere senza stritolare e così è stato. La sala B del Palacongressi – luogo scelto quale alternativa all’Odeon per via delle avverse condizioni meteo – ha favorito l’essere stati introdotti pian piano e con estremo garbo dalle musiche di Massimiliano Pace: narrazione nella narrazione. Un’atmosfera intima – ricreata ad arte dall’illuminazione a luce unica come un assolo – perfetta per le confidenze tra amici di vecchia data. Perroni giocando in casa, lo ha sentito vero e palpabile l’affetto degli amici e quell’ingresso in punta di piedi, la voce che articolava suoni e li rendeva universi di senso, faceva cavalcare onde, che si muovevano incessanti avanti e indietro, tra sentimenti, memorie e Vita. Un voce simile a una ninna nanna; bassa, dolce e confortante. La voce era importante ed ha avuto il medesimo ruolo della musica, perché Entro a volte nel tuo sonno non è stato un reading e basta, ma l’esecuzione di uno spartito esistenziale.

Non poteva essere diversamente, del resto, lo dice bene Sandro Veronesi nella bella postfazione al testo: «Poesia in prosa dunque? O basta direprosa poetica? Sì, pare che si debba dire così: prosa poetica. Non rende del tutto onore a questi pezzi, a parer mio, perché come definizione pare un po’ arida, un po’ burocratica, ma tant’è, si tratta di prosa poetica».

Il testo di Sergio Claudio Perroni, in effetti è un unicum nel suo genere, ed è il raggiungimento di un punto di svolta. Un volumetto di prosa poetica che si legge come un romanzo breve. Ciascun testo è un capitolo. Un romanzo breve scritto in una fase di avvenuta rinascita e consapevole maturità. Affrancato dagli orpelli delle futilità emotive e reso nudo, purificato, mediante il processo liberatorio offerto dalle parole.  Il punto nevralgico però è uno e chi era lì, preso volontariamente in ostaggio dalla verità danzante dei testi letti, lo sa bene. Il punto nevralgico è che noi tutti, seduti lì, non abbiamo semplicemente assistito. Abbiamo fatto i conti con noi stessi. Ciascuno di noi, magari non lo andrà a dire in giro oppure lo confesserà all’amico, però i conti là dentro, li ha fatti. Io ad esempio, mi son sentita allo stesso modo di quando ero bambina e dovevo scegliere se saltare nelle pozzanghere dopo la pioggia col rischio di essere rimproverata. Sì, anche con Entro a volte nel tuo sonno, bisognava fare una scelta: saltar dentro il mondo di Perroni, per ritrovarci anche le indigeste porzioni di noi stessi oppure mostrare di averetimorato giudizio; giudice inflessibile delle emozioni. Io credo che noi tutti, lì presenti, abbiamo scelto la pozzanghera e ci siamo avvertiti più uniti e liberi.Semplicemente perché, per dirla con le parole estratte da Gente a pioggia:

Siamo roba che cade, gente a pioggia che viene giù da altezze diverse a seconda di quand’è partita, chi da solo e a capofitto, chi in due e tenendosi per mano, siamo roba che cade, riempiamo il cielo di cadute come un Magritte cosparso di Icari […].

Se ci pensiamo con calma, però, capiremo che questa è una delle finalità del teatro: farci confrontare con noi stessi per renderci liberi. Il teatro nella sua accezione d’origine, in fondo, è stato il vero padre della psicoanalisi; dove la vita dell’uomo era portata davanti al pubblico per renderlo consapevole e farlo rinascere. Sergio Claudio Perroni, con Entro a volte nel tuo sonno,ha messo in scena una rappresentazione lirica dello stare al mondo.

 

Lisa Bachis

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here