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L’esposizione itinerante fotografica “Con gli occhi di Verga”, dopo Letojanni e Vizzini, giunge alla sua terza tappa. Ad accogliere, questa volta, Giovanni Verga sarà il Comune di Mongiuffi Melia, due piccoli paesi, immersi nella natura della valle del Ghiòdaro e collegati tra di loro da un ponte.  

 

Un percorso visivo e letterario per celebrare il centenario della morte del padre del Verismo che è stato un appassionato amante della fotografia; fotografo dilettante nella pura accezione del termine, cioè del procurarsi diletto. La mostra, che ha la curatela di Lisa Bachis, sarà inaugurata venerdì 11 novembre 2022 alle ore 18:00 presso la sala espositiva di Palazzo Corvaja di Mongiuffi Melia 

Roberto Mendolia, in arte Rogika, ha così dichiarato:

Percorrere e ripercorrere con “Gli occhi di Verga” è un viaggio, in compagnia dei testi e dei luoghi che hanno permesso di rendere la Sicilia –, la mia, la nostra e la vostra isola –, il ‘centro’ dell’essere siciliano. Sarà l’ennesima occasione per approfondire il rapporto con la fotografia verista e anche una nuova opportunità per scandagliare attraverso l’opera letteraria verghiana tutto quanto ruoti attorno all’arte senza musa. 

L'esposizione, che ha ricevuto il patrocinio del Comune, rientra nel programma delle manifestazioni per il "San Martino" monfeliese e sarà fruibile da giorno 11 a giorno 13 novembre. 

Gli orari di apertura al pubblico sono:

Sabato 12 e domenica 13 dalle 9.00 alle 24:00, per unire la cultura agropastorale all'enogastronomia e alla bellezza dei luoghi, catturata dalla fotografia.

 

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Martedì, 13 Settembre 2022 07:14

A Gallodoro il mito incontra la roccia

GALLODORO“Corpi mitici della riviera jonica, il mito incontra la roccia” è il titolo dell’evento che si è tenuto venerdì 9 a Gallodoro, organizzato da Archeoclub Area Ionica Messina, in collaborazione col Comune di Gallodoro e nell’ambito del “cartellone” di Naxoslegge, diretto da Fulvia Toscano, quest’anno dedicato ai “Corpi”.

 

 

L’evento, coordinato dal socio Archeoclub Salvatore Mosca, è stato anticipato da un’escursione a Margi e S. Anna, guidata da Giovanni Curcuruto dove sono ancora visibili sui luoghi le tracce di una strada romana e dove alcuni studiosi collocano la presenza di un importante insediamento greco.

 

Nei locali delle scuole elementari si è invece tenuto il dibattito moderato dalla vice presidente di Archeoclub Area Jonica Messina, preceduto da interventi introduttivi del sindaco Alfio Currenti (che ha sottolineato l’importanza e i frutti della collaborazione tra Archeoclub e comune), del presidente di Archeoclub Area Jonica Filippo Brianni (che ha introdotto i temi dell’argomento, evidenziando la centralità dell’area di Margi nella storia del comprensorio) e del parroco di Gallodoro e Mongiuffi Melia, Daniele Paolo Truscello (che ha sottolineato l’importanza di questo tipo di iniziative).

 

La prima relazione è stata quella della professoressa Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio dei Beni Culturali dell’Unione dei Comuni, che ha trattato “Corpi mitici, toponomastica e linguaggio comune”, facendo notare come tantissimi termini sia nella toponomastica che nel linguaggio anche attuale traggono origine dal mito, dalle località più conosciute (da Scilla ad Aci) e quelle del comprensorio jonico (come Melia), da beni di uso comune (cereali) ai molti modi di dire in uso nella riviera.

 

Lo storico Salvatore Mosca si è invece occupato di “Una terra cantata da Omero, rivelazioni involontarie, leggere la storia in contropelo”. Mosca ha preso spunto dagli studi del prof. Giuseppe Lombardo contenuti nel libro “Scifì da Omero ad oggi”, in cui lo storico ipotizza che sia proprio la piana di Margi sa il luogo on cui Omero abbia ambientato la famosa scena del XII canto dell’Odissea, quando i profughi, “oltrepassano lo Stretto” (quindi arrivano di fronte alla costa jonica) e compiono il sacrilegio cibandosi dei buoni sacri al Sole. Partendo dal testo di Lombardo, Mosca ha confrontato gli aspetti di quella tesi con altri riferimenti storici, dando una rilettura molto chiara ed affascinante della tesi stessa, dei suoi riscontri, degli elementi di discordanza.

 

Infine, Giovanni Curcuruto è intervenuto per approfondire gli aspetti mitici e in qualche caso fantastici della valle del Ghiodaro e per lanciare un appello ai giovani affinché riscoprano l’importanza e le potenzialità della storia del comprensorio.

COMUNICATO STAMPA a cura di Filippo Brianni

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno scoperto lo sversamento di acque reflue fognarie nel fiume Postoleone, che scorre sui monti peloritani ed attraversa il bellissimo omonimo canyon, luogo conosciuto tra gli appassionati di escursioni, in territorio di Mongiuffi Melia (ME), causato dal cattivo funzionamento del ciclo di depurazione, sottoponendo a sequestro il relativo impianto comunale. 

In particolare, l’operazione anti-inquinamento, eseguita dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina e coordinata dal Gruppo di Messina, si inserisce in un più ampio monitoraggio del territorio, caratterizzato da località di straordinaria bellezza, uniche nel loro genere e, per questo, più necessitanti di particolare attenzione in termini di più penetranti controlli in materia di tutela ambientale.

In tale contesto, quindi, nei giorni scorsi, i militari della Guardia di Finanza di Taormina effettuavano mirati sopralluoghi in più siti naturalistici del territorio della circoscrizione di servizio del Reparto, rilevando la contaminazione ambientale oggi repressa, riconducibile al malfunzionamento e cattivo stato di manutenzione e gestione dell’intero impianto di depurazione delle acque reflue provenienti dal sistema fognario comunale.

Nel dettaglio, si rilevava come, in spregio alle più basilari norme ambientali, nell’alveo del predetto corso d’acqua, intervenisse il non autorizzato sversamento di reflui non depurati, provenienti dalla condotta che porta le acque sino alla vasca di decantazione del depuratore.

Venivano pertanto avviati specifici approfondimenti, tesi a meglio perimetrare quanto visivamente riscontrato. Sul punto, l’analisi della documentazione afferente l’impianto di depurazione, acquisita presso l’Ufficio Tecnico della casa comunale, consentiva di accertare come, oltre alla all’assenza di auto-analisi (prevista per legge) delle acque in ingresso ed in uscita dall’impianto, mancasse totalmente l’autorizzazione allo scarico dei reflui fognari nelle acque superficiali, in quanto scaduta nel lontano 2008 e non più concessa dalla Regione Sicilia.

In attesa di interessare gli organi competenti per l’analisi delle acque, dunque, l’impianto è stato sottoposto a sequestro preventivo, convalidato dalla competente Procura della Repubblica di Messina, a cui è stata segnalata la posizione di tre responsabili, per le ipotesi di reato di inquinamento ambientale, getto pericoloso di cose ed omissione di atti d’ufficio.

L’odierna operazione - che fa seguito a quella conclusa qualche settimana fa, congiuntamente al personale del Commissariato della Polizia di Stato di Taormina, col sequestro del depuratore del Comune di Giardini Naxos - testimonia, ancora una volta, la grandissima sensibilità ambientale e l’impegno quotidiano della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Messina al servizio della collettività, anche e soprattutto nell’importante settore della tutela della salute pubblica, del patrimonio paesaggistico e dell’ambiente.

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“Con Carmelo Smiroldo avevamo concordato di svelare questo segreto il 28 luglio 2018, il giorno del Centenario della galleria. Ed oggi, che lui non c’è più, io mantengo questo impegno”. Giovanni Curcuruto, storico del Ghiodaro e socio Archeoclub ha poco tempo per emozionarsi. Respira forte l’aria che arriva da una finestra aperta della sala del Marchesato di Melia e continua. Anche perché la sala, stracolma, attende di sapere. E lui non vede l’ora di dire: “Sotto la galleria di Postoleone si trovano piccoli ambienti utilizzati dai 300 prigionieri austriaci che la costruirono. Ecco, ve l’ho detto!” Poi chiarisce. “Nel 1988 dei discendenti tirolesi di quei prigionieri vennero a Melia, mi mostrarono una foto in cui si vedevano questi ambienti, piccoli, delle stanze ricavate nella roccia. Per anni non riuscimmo a comprendere dove si trovassero. Poi, quando si fecero i lavori della fognatura, un operaio ancora vivente, mi disse che sotto la strada aveva visto e aperto una botola e c’erano degli ambienti: dalla sua descrizione degli interni, mi fu facile ricondurli a quella foto che mi avevano fatto vedere anni prima. Purtroppo la ditta ricoprì tutto e con Carmelo abbiamo provato a cercare un modo di entrarci, anche dal costone, ma senza successo”.

Il mistero svelato delle stanze sotto la galleria di Postoleone è stato dei tanti momenti importanti vissuti sabato sera a Melia, in occasione dell’incontro “Postoleone, una galleria di prigionieri e misteri”, organizzata per il centesimo anniversario dell’apertura della galleria. “Da oggi – ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Ionica, l’associazione che ha organizzato il convegno – partono due impegni, da condividere con le associazioni interessate, prime fra tutte Lions, Gruppo Alpini e Croce Nera d’Austria, e le istituzioni: trovare i documenti che confermino le tradizioni orali sulla storia della galleria, anche relative alle novità rese note da Curcuruto; realizzare il parco tematico della Pace bilingue auspicato da Carmelo Smiroldo, affinché Postoleone diventi un riferimento di pace e possa valorizzare le proprie caratteristiche storico culturali che rendono la zona tanto unica quanto poco conosciuta”.

E la storia della galleria - raccontata da Curcuruto – si colloca nella prima guerra mondiale, quando venne chiesto a Durante un intervento per un avere collegamento monte-mare sul Ghiodaro, di fatto inesistente. Durante intervenne presso un generale e furono inviati 300 prigionieri austriaci che realizzarono il muro di contenimento e poi la galleria, scavando nella pietra per diversi anni, pagati e trattati bene dalla popolazione locale. Attorno alla presenza di quei ragazzi, non sono mancati gli aneddoti e le leggende, alcune a “tinte rosa”.

Una storia di pace e sviluppo in mezzo a guerra e macerie, che è stata ricordata anche da Giuseppe Minissale della sezione Alpini di Messina e dal giornalista Domenico Interdonato, rappresentante dell’associazione Croce Nera d’Austria, la quale ha consegnato una corona  di fiori con i colori della bandiera austriaca posta, alle 18, accanto alla corona di alloro col tricolore all’ingresso della galleria, dove le tre amministrazioni confinanti in quel luogo hanno realizzato una targa, scoperta proprio sabato (presenti: Leonardo e Marcello Longo, Mongiuffi Melia; Alfio Currenti e Antonella Bartolotta, Gallodoro; Alessandro Costa e Teresa Rammi, Letojanni).

Poi il convegno, moderato da Ketty Tamà, socia Archeoclub e anche Lions Letojanni-Valle d’Agrò è entrato nel vivo. La Tamà ha evidenziato come “i desideri espressi nella basilica di S. Pietro Paolo d’Agrò si realizzano: poco più di un mese fa, durante l’evento per il Solstizio, abbiamo auspicato ciò che oggi si sta facendo”.

Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti dei comuni (presenti anche Orlando Russo di Castelmola e Concetto Orlando di Roccafiorita) e delle associazioni (Marilena Moschella ha letto un messaggio del presidente Lions, Francesca Celi, recentemente colpita da un lutto familiare), ha aperto i lavori Filippo Brianni, “con un ringraziamento privilegiato stavolta agli assenti”, ha detto introducendo il video di un intervista su Postoleone a Carmelo Smiroldo, lo studioso morto nel gennaio 2015. Poi Brianni ha illustrato le ragioni dell’iniziativa e i prossimi passi di Archeoclub per la valorizzazione della galleria.

La “Prima guerra con gli occhi del comprensorio”, è stata descritta da Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio Beni Culturali Valli Joniche e dei Peloritani e curatrice di una ricerca sui caduti e le storie della prima guerra mondiale, sfiorando anche Capo Taormina e Postoleone (“che va valorizzata– ha detto la Foti – essendo peraltro inserita nella lista dei luoghi siciliani della memoria della prima guerra mondiale”).

Enzo Andò ha delineato la figura dello scienziato Francesco Durante e il suo enorme impatto sulla vita culturale, sociale e politica nazionale e di “questo comprensorio, che lo adorava e ne seguiva le indicazioni”.

Poi, le rivelazioni di Curcuruto sulle stanze, che hanno “riaperto” il dibattito, con l’associazione Alpini pronta ad avviare uno studio con speleologi e la Croce Nera d’Austria ha proporre un tavolo sinergico tra le associazioni, da avviare già a settembre. Disponibile anche l’Unione dei Comuni, per voce del suo vice presidente Orlando Russo. Al termine dell’evento, sono state consegnate delle targhe-ricordo con incisa anche una poesia di Ungaretti sulla “fratellanza che accomuna persino i nemici di guerra” , utilizzata come filo conduttore del convegno da Ketty Tamà. Tra i destinatari, quelli alla memoria di Francesco Durante (ha ritirato l’assessore letojannese Teresa Rammi) e Carmelo Smiroldo (ha ritirato il fratello Santino). 

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A meno di sei mesi dal tragico omicidio del pensionato Pietro Lo Turco, rinvenuto cadavere la mattina del 1 ottobre 2017 nelle campagne di Mongiuffi Melia, oggi, a seguito di giudizio con rito abbreviato, è stata pronunciata dal G.I.P. del Tribunale di Messina la sentenza a carico di Leonardo LO GIUDICE. L’uomo è stato condannato alla pena massima determinata per effetto della scelta del rito abbreviato, 30 anni di reclusione per omicidio aggravato. A suo carico il giudice ha disposto anche l’applicazione delle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e  dell’interdizione legale per la durata della pena ed inoltre lo ha condannato al risarcimento alle parti civili con una provvisionale di 50mila euro per ciascuna.

La tempestività e la qualità delle indagini, svolte dai Carabinieri in  piena sinergia con la Procura della Repubblica di Messina, ha portato dunque, in tempi brevissimi, alla condanna dell’imputato nel primo grado di giudizio. Questa attività investigativa rappresenta certamente un esempio di efficienza del sistema di contrasto in questa città.

Leonardo LO GIUDICE era stato tratto in arresto dai Carabinieri di Taormina il 22 dicembre scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Capo dott. Maurizio DE  LUCIA.

Il provvedimento restrittivo aveva recepito gli esiti della complessa attività di indagine, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Annalisa ARENA e sviluppata dalla Compagnia Carabinieri di Taormina d’intesa con il Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina a seguito dell’omicidio del pensionato 64enne Pietro LO TURCO, il cui cadavere era stato rinvenuto pressoché decapitato il 1° ottobre precedente nelle campagne di Mongiuffi Melia (ME). La vittima si era  recata in un fondo agricolo per compiervi alcuni lavori, era stata affrontata e uccisa con tre colpi di fucile semiautomatico cal. 12 caricato a pallettoni, esplosi alla testa da distanza ravvicinata.

L’attività investigativa, nel suo complesso, aveva consentito di identificare l’autore dell’efferato delitto, individuato sulla base della riconducibilità del materiale balistico rinvenuto sulla scena del crimine ad un’arma di sua proprietà, nonché di fare piena luce sul movente dell’omicidio, da ricondurre ai frequenti dissidi legati ai cattivi rapporti di vicinato tra il pensionato e il suo assassino.

Le investigazioni svolte dai Carabinieri si erano rapidamente sviluppate attraverso gli interrogatori delle persone informate sui fatti, sopralluoghi, perquisizioni, esame delle riprese dei sistemi degli impianti di videosorveglianza e mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché attraverso indagini tecnico-scientifiche condotte dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina.

Erano state eseguite numerose perquisizioni nei confronti di cittadini del piccolo comune ionico che detenevano legalmente armi compatibili con quella utilizzata dal killer e tale attività aveva consentito di sequestrare il fucile calibro 12 semiautomatico marca BREDA legalmente detenuto dal LO GIUDICE. L’arma, sottoposta ad accertamenti tecnico – scientifici presso il RIS di Messina era risultata essere proprio quella che aveva  esploso i colpi mortali all’indirizzo del LO TURCO.

Contestualmente si era ricostruita, sulla base delle testimonianze raccolte, dapprima l’esistenza di dissidi tra la vittima e l’assassino dovuti al cattivo rapporto di vicinato esistente tra i due e, successivamente, si erano ricostruiti gli spostamenti dell’indagato il giorno dell’omicidio appurando che, in un orario compatibile con quello in cui l’omicidio era stato commesso egli aveva sostato circa quattro minuti in una località assai prossima alla scena crimine.

Sulla base dello schiacciante quadro indiziario elaborato, la Procura della Repubblica di Messina aveva ottenuto dal GIP il provvedimento cautelare a carico di LO GIUDICE che oggi è stato confermato dalla condanna in primo grado.

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Saranno i rilievi effettuati dagli uomini del Ris di Messina a chiarire  cosa è accaduto ieri nelle montagne di Mongiuffi Melia al 64 enne Pietro Alfio Lo Turco.

Il cadavere dell’uomo è stato rivenuto poco dopo mezzogiorno nel suo terreno in contrada Pagliarazzo.

Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Taormina, al comando del capitano Arcangelo Maiello. Secondo i primi riscontri si tratterebbe di omicidio, l'uomo era con il volto completamente sfigurato da una serie di colpi di arma da fuoco.

L'autopsia, fissata per martedì, servirà a fornire ulteriori dettagli.

Non è la prima volta che il piccolo paese di Mongiuffi Melia viene sconvolto da fatti di cronaca. Ad agosto scorso infatti c’era stato un conflitto a fuoco durante il quale due persone erano rimaste ferite. In quell’occasione i Carabinieri avevano rintracciato ed arrestato il 52enne Sebastiano D'Agostino, ritenuto l'autore dell'agguato.

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E’ in programma domenica 24 settembre la “2^Scalata al Monte Kalfa da 0 a 1.000 metri” di 21 km. L’importante evento podistico, indetto dal Comitato Regionale FIDAL Sicilia, è organizzato dall’Atletica Savoca presieduta da Manuela Trimarchi, avvalendosi del controllo del G.G.G. “Fratelli Tiano” di Messina. Il cronometraggio della manifestazione sarà invece a cura dei cronometristi dell’A.S.D. “Pasquale Pizzi” di Messina. La corsa scatterà alle 7.30 da Piazza Mercato a Santa Teresa di Riva e proseguirà passando per Sant’Alessio Siculo, Forza d’Agrò, Limina, Roccafiorita, fino al Santuario della Madonna dell’Aiuto, in cima al Monte Kalfa, dove è posto l’arrivo a 1.000 metri sul livello del mare.

La prova è riservata agli atleti Juniores, Promesse e Seniores (suddivisi per fasce d’età, come da regoIamentoFidal) maschili e femminili. I runners si cimenteranno lungo un percorso molto impegnativo per le salite erte ed alcune discese ripide, ma che risulterà proprio per questo davvero avvincente. La pendenza media è del 5.1%. Per garantire la massima sicurezza le strade saranno controllate dalla Polizia Municipale di ogni Comune interessato e dalla Protezione Civile, unitamente ad Associazioni e volontari che lavoreranno a supporto dell’organizzazione.

Al termine della gara, dalle 10.30, saranno premiati i primi tre uomini e le prime tre donne classificati, oltre ai primi tre di ciascuna categoria maschile e femminile. Sono stati Giovanni Barbiglia e Katia Scionti, un anno fa, i vincitori della “1^ Scalata al Monte Kalfa” da 0 a 1.000 metri sul livello del mare.

 

PROGRAMMA ORARIO DELLA MANIFESTAZIONE:

6:30 Riunione giuria e concorrenti in Piazza Mercato a Santa Teresa di Riva

7:15 Partenza pullman con zaini degli atleti

7:30 Partenza gara

10:30 Party e Premiazione

 

COME ARRIVARE:

  • Da Catania - Autostrada A 18 uscita Taormina e proseguire sulla S.S. 114 in direzione Messina (8 Km), passando per Letojanni, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva fino a Piazza Mercato situata alla fine del lungomare Sud di Santa Teresa di Riva lato Catania.
  • Da Messina - Autostrada A 18 uscita Roccalumera e proseguire sulla S.S. 114 in direzione Catania (Km 4) passando per Furci Siculo, Santa Teresa di Riva fino a Piazza Mercato situate alla fine del lungomare Sud di Santa Teresa di Riva lato Catania.
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Ieri il CIPE ha definitivamente assegnato circa 198,6 milioni di euro per il completamento di opere in 137 Comuni, distribuiti sull’insieme del territorio nazionale, che hanno proposto interventi di completamento appaltabili entro il 30 aprile 2015 e cantierabili entro il 31 agosto 2015, a seguito della ricognizione degli interventi segnalati dai sindaci alla Presidenza del Consiglio in risposta all’invito del Presidente Renzi del 2 giugno 2014. Il finanziamento è a valere sulle risorse di cui all’articolo 3, commi 1 e 1-bis, del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164. Delle 137 opere in questione 27 sono nel nord-ovest, 9 nel nord-est, 20 nel centro, 61 nel sud e 20 nelle isole. Il 36% del valore delle opere da completare riguarda strutture per il turismo e il tempo libero, il 19% edifici scolastici, il 16% infrastrutture per la mobilità e il trasposto, l’8% impianti sportivi, il 7% edifici pubblici, il 6% strutture sociali e assistenziali, il 5% reti idriche e di regimazione delle acque, il 2% opere di messa in sicurezza del territorio e l’1% reti per la distribuzione del gas. Nella riviera jonica della provincia di Messina l’unico comune a beneficiare di tali risorse del governo è   Mongiuffi Melia. Il comune ha ottenuto lo stanziamento di 1 milione 195.454 mila euro  per il completamento e cambio di destinazione d’uso del deposito  per mezzi comunali e relativi attrezzi.  A renderlo noto Giacomo D’Arrigo, Direttore Generale dell'Agenzia Nazionale per i Giovani che afferma:  "Anche il nostro comprensorio ha quindi beneficiato di una delle misure messe in campo dal governo Renzi per i piccoli comuni. Segnale di attenzione per i territori che hanno particolari difficoltà sulle opere indicate e che adesso vedranno soluzione grazie alle risorse messe in campo dal governo nazionale. Inoltre, ha aggiunto D’Arrigo,  nelle prossime settimane terminerà l'istruttoria di altre iniziative avviate dal governo, rivolte anche queste a territori e comuni e oltre che per Mongiuffi anche per altre realtà della nostra riviera potrebbero arrivare nuove notizie positive."

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