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Alì Terme: mercoledì 21 febbraio riparte il Cineforum. Primo film in cartellone la commedia “Orecchie”

Alì Terme: mercoledì 21 febbraio riparte il Cineforum. Primo film in cartellone la commedia “Orecchie” In evidenza

Tocca a un film di un regista siciliano aprire il primo ciclo del Cineforum 2018, consueto appuntamento culturale che da anni si tiene al Cinema Vittoria di Alì Terme.

Si tratta della surreale commedia “Orecchie” del palermitano Alessandro Aronadio acclamata alla 73.ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Nel cast, oltre al protagonista Daniele Parisi, si annovera la presenza di Silvia D’Amico, Rocco Papaleo, Milena Vukotic, Piera Degli Esposti e Pamela Villoresi.

La storia è quella di un uomo che una mattina si sveglia con un fastidioso mal d’orecchie e al contempo trova sul frigorifero un post-it, lasciato dalla sua compagna, che lo informa che è morto il suo amico Luigi, con l'indirizzo della chiesa dove si svolgerà il funerale. La giornata per lui trascorrerà nel tentativo di risolvere il problema uditivo e capire chi possa essere questo amico di cui non ricorda nulla. Come al solito sono previsti film di qualità dalle variegate e interessanti tematiche che hanno avuto il loro battesimo nei più rilevanti festival internazionali come “Vittoria e Abdul” di Stephen Frears con Judi Dench, ed “Ella & John” di Paolo Virzì con Donald Sutherland e Helen Mirren. La rassegna, che si concluderà l’11 aprile, prevede le proiezioni per otto mercoledì di seguito, ed è organizzata dalla Banca del Tempo di Alì Terme e dal Circolo Nuova Presenza di Santa Teresa di Riva, sodalizi entrambi aderenti al CINIT Cineforum Italiano.

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  • Alì Terme: perseguita la madre e le estorce denaro, donna arrestata dai Carabinieri.

    I Carabinieri della Stazione di Alì Terme hanno arrestato per il reato di estorsione ed atti persecutori una 43enne originaria di Fiumedinisi, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Messina che ha coordinato le indagini avviate dagli uomini dell’Arma su denuncia della vittima 

    Le attività investigative dei Carabinieri hanno permesso di ricostruire in tempi rapidi come la donna, nel tempo, abbia costretto la madre a cedere alle richieste di significative somme di denaro per soddisfare le proprie esigenze personali, non esitando a minacciarla ed aggredirla fisicamente lanciandole contro degli oggetti qualora non fosse stata accontentata.  

    I militari dell’Arma hanno ricostruito il clima di sottomissione e paura in cui versava lvittima lo stato di avvilimento e disagio in cui è stata costretta a vivere.  

    La donna, spinta dal bisogno di denaro, a fronte delle resistenze manifestate dalla madre, non ha esitato a compiere atti di indiscriminata sopraffazione, distruggendo mobili e suppellettili della casa, insultandola, denigrandola nonché tempestandola di telefonate e messaggi, cagionandole un perdurante stato di ansia e di profondo timore per la propria incolumità.  

    Gli uomini dell’Arma, coordinati dall’Ufficio di Procura, hanno ricostruito un quadro gravemente indiziario a carico della donna che è stata raggiunta dal provvedimento cautelare degli arresti domiciliari e tradotta presso una abitazione differente rispetto a quella in cui vive la vittima con laccusa di estorsione ed atti persecutori 

    Va evidenziato che tale risultato è stato reso possibile dalla fiducia riposta dalla vittima nei confronti dell’Autorità Giudiziaria e delle FF.OO, che ha consentito un rapido intervento a sua tutela. Le denunzie da parte delle vittime di violenza di genere e nei confronti di minori sono di fondamentale importanza per gli organi deputati a perseguire tali tipologie di delitti poiché conducono ad un immediato intervento in loro tutela. L'immediatezza della risposta della Polizia Giudiziaria si ricollega anche ad una specifica preparazione professionale nell’affrontare tali reati, sollecitata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina che ha stabilito precise modalità operative per giungere quanto più rapidamente possibile a tutelare tutte le vittime vulnerabili. 

     

  • ALI’ TERME. VIA I POSTINI DAL PAESE. I SINDACATI INSORGONO

    “Contrariamente a quanto dichiarato da Poste Italiane, apprendiamo oggi che i portalettere, che curano la consegna degli effetti postali nel territorio che va da Scaletta Zanclea sino al confine con Roccalumera verranno “temporaneamente” trasferiti nel centro di recapito di Pistunina (Messina).”

    La denuncia è delle organizzazioni sindacali SLP CISL FAILP CISAL CONFSAL COM e FNC UGL che evidenziano come una distanza di circa 30 chilometri allontanerebbe i servizi postali dal Cittadino.

    Già nel febbraio dello scorso anno i sindacati avevano evidenziato il problema.

    “ L’ufficio postale di Alì terme, spiegano in una nota, oltre al servizio sportelleria, ospita da tempo anche il servizio recapito ma in ambienti angusti e mal tenuti, come da noi più volte segnalato agli organi aziendali.

    Nel 2019, a seguito di un sopralluogo dei rappresentanti della Sicurezza era già stato evidenziato un grave problema dovuto ad affollamento di suppellettili e materiali vari, mancanza di aereazione e carenze igieniche. Agli inizi del 2020, non avendo riscontrato alcuna miglioria, siamo nuovamente intervenuti con un ulteriore sopralluogo dei Responsabili della Sicurezza sindacali ed aziendali dal quale scaturiva che I lavoratori tutti andavano tutelati nella loro integrità fisica. Erano state proposte alcune soluzioni strutturali e di diversa ubicazione per mettere in Sicurezza I lavoratori operanti in tale ufficio in ogni settore.

    Stranamente, affermano i sindacati,  la soluzione proposta scaturita è stata una scellerata decisione aziendale di trasferire i portalettere da Ali Terme al Centro operative di Pistunina.”

     Vibrata la protesta tradotta in un’azione congiunta delle OO.SS. che, aprendo formale conflitto di lavoro, stoppavano il progetto.  Subito dopo con l’avvento della pandemia COVID 19 tutto si fermò come il resto del Paese.

    “Ma, con strano tempismo, evidenziano oggi gli stessi sindacati, ai primi segnali di ripresa di attività, l’Azienda comunica che è, ancora, sua intenzione trasferire i portalettere da Alì Terme al Centro di Recapito di Pistunina.

    Oggi ancora un confronto con l’Azienda Poste ha decretato che tale spostamento si farà nonostante, ci risulterebbe, il Sindaco di Alì Terme abbia manifestato la sua disponibilità incondizionata ad offrire locali in comodato d’uso a Poste Italiane pur di continuare ad avere l “postini” accanto alle persone.

    Non comprendiamo tale decisione, dichiarano  all’unisono le Organizzazioni sindacali SLP CISL FAIL CISAL SAILP CONFSAL E FNC UGL e attenti alle esigenze dei lavoratori che subiranno un aggravio di lavoro con conseguente peggioramento del servizio, contrasteranno con ulteriori iniziative tale INCOMPRENSIBILE ed UNILATERALE decisione aziendale che cozza con le dichiarate volontà di Poste Italiane di essere accanto e vicini alle esigenze della popolazione, specie dei più deboli e lontani.

    I portalettere del PDD di Alì Terme da domani avranno un aggravio ulteriore di 30 km da percorrere pur di raggiungere i propri recapiti, quelli che ancor di più oggi, considerano quasi loro familiari. Il postino oggi ha ancora più valenza sociale e di vicinanza specie in territori più impervi e difficili da raggiungere. Una incoerenza che non è accettabile perchè priva di alcun senso logico.

    Me le carenze strutturali e di Sicurezza per tutti I lavoratori saranno solo peggiorate e la popolazione avrà meno servizi.”

  • ALÌ TERME. Aggressioni, umiliazioni e minacce di morte: badante 55enne arrestata dai Carabinieri per maltrattamenti contro familiari conviventi

    Il 21 novembre i Carabinieri della Stazione di Alì Terme hanno arrestato in flagranza del reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi una cittadina rumena 55enne, badante.

    La vittima è un anziano pensionato, vedovo, incapace di attendere alle proprie necessità quotidiane a causa delle precarie condizioni di salute e, pertanto, affidato da 10 mesi alle cure della badante. I militari sono intervenuti a casa dell’uomo su richiesta della figlia, allertata dal padre che lamentava un comportamento aggressivo da parte della donna che lo accudiva.

    I Carabinieri hanno constatato le precarie condizioni igieniche e l’estremo disordine in cui si presentava l’abitazione con medicine ed indumenti sparsi per tutta casa, anche per terra. L’uomo impaurito e provato, riferiva di continui maltrattamenti a cui era sottoposto dalla persona che invece avrebbe dovuto provvedere alle sue cure.

    Il pensionato ha convissuto con la sua persecutrice per mesi, durante i quali ha subito minacce e continui atti di vessazione, soffrendo in silenzio, costretto a vivere la quotidianità in un clima di assoluta sottomissione e paura. La donna, in particolar modo, quando eccedeva nell’uso delle bevande alcoliche, lo ha maltrattava solo perché l’anziano le chiedeva la normale assistenza cui era tenuta in luogo della sua prestazione di lavoro, denigrandolo con frasi di ogni tipo, causandogli sofferenze morali e non esitando a proferire, nel tempo, minacce di morte e compiere atti di indiscriminata sopraffazione fino al punto di scagliare contro il malcapitato tutto ciò che aveva tra le mani, non trattenendosi neppure alla presenza dei militari intervenuti.

    I Carabinieri, infatti, all’atto dell’ingresso nell’abitazione hanno immediatamente percepito nella badante un’importante alitosi alcolica unita ad uno stato di generale irrequietezza che, poco dopo, si è manifestata nel violento lancio, da parte della donna, di una paletta in plastica del tipo utilizzato nella raccolta dell’immondizia, che solo per caso non ha colpito l’anziano.

    In breve gli uomini dell’Arma, coordinati dall’Ufficio di Procura, hanno ricostruito lo stato di avvilimento e disagio in cui l’anziano era stato costretto a vivere per mesi ed ora sulla 55enne grava l’accusa di maltrattamenti contro familiari o conviventi.

    Va evidenziato che tale risultato è stato reso possibile dalla fiducia riposta dalla vittima nei confronti dell’Autorità Giudiziaria e delle FF.OO, che ha consentito un rapido intervento a sua tutela, scongiurando il rischio di conseguenze più gravi.

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