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TAORMINA. TAORMINA FILM FEST 2018. VIDEOBANK VINCE. IL TAR RESPINGE IL RICORSO

TAORMINA. TAORMINA FILM FEST 2018. VIDEOBANK VINCE. IL TAR RESPINGE IL RICORSO In evidenza

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Quarta) ha pronunciato la  SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 926 del 2018, proposto dall’ Associazione Codici di Cultura, Associazione Codici - Centro per i Diritti del Cittadino, in persona dei legali rappresentanti p.t., rappresentati e difesi dagli avvocati Ivano Giacomelli, Massimo Letizia, Mariangela Tuzza, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Ivano Giacomelli contro la Fondazione Taormina Arte Sicilia, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avvocato Carmelo Pietro Russo,  nei confronti di Videobank S.P.A, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dall'avvocato Nicolo' D'Alessandro,  per l'annullamento dell’Avviso Pubblico di Sponsorizzazione per la Progettazione, l’Organizzazione, la Gestione e la Promozione del TaorminaFilmFest 2018  pubblicato in data 2 maggio 2018; del provvedimento di aggiudicazione del contratto di sponsorizzazione in favore della Videobank s.p.a.

L’Associazione Codici di Cultura e l’Associazione Codici – Centro per i diritti del cittadino avevano proposto il ricorso per ottenere l’annullamento della procedura selettiva e del suo esito, al solo dichiarato scopo di garantire l’interesse generale ad una elevata “qualità” del Festival medesimo, che sarebbe stata  pregiudicata:

  1. a) dai tempi brevi assegnati nell’Avviso per la relativa organizzazione;
  2. b) dall’inibizione alla partecipazione di soggetti che si trovino in conflitto di interesse;
  3. c) dalla clausola che consente la presentazione del progetto esecutivo nelle more della sottoscrizione del contratto;
  4. d) dalla mancata previsione di inderogabili requisiti di partecipazione che contemplino specifica professionalità nel settore artistico e nella organizzazione di eventi;
  5. e) dalle prevista possibilità di ipotetico rinnovo della sponsorizzazione anche per l’anno successivo; f) dalla mancata previsione di una seduta pubblica di apertura delle buste, aperta a tutti i soggetti partecipanti;
  6. g) dalla aggiudicazione pronunciata in favore di un concorrente (la Videobank spa) che sarebbe privo del necessari requisiti di specifica professionalità nel settore.

 

Sia la Fondazione Taormina Arte Sicilia, sia la concorrente Videobank spa si erano costituiti in giudizio per resistere al ricorso.

 Entrambe, hanno sollevato eccezioni preliminari di inammissibilità del ricorso, per difetto di legittimazione ed interesse a ricorrere (sotto molteplici profili), ed hanno anche precisato che ad oggi – diversamente da quanto sostenuto in ricorso - non si è ancora dato luogo all’aggiudicazione della gara in favore dell’unico concorrente presente in gara.

All’udienza camerale del 21 giugno 2018 il Collegio ha dato avviso alle parti della intenzione di definire il contenzioso con sentenza cd. “breve” adottata ai sensi dell’art. 60 c.p.a., risultando la causa matura per la decisione.

Il tar dunque oggi ha stabilito che il ricorso è inammissibile per le seguenti concorrenti ragioni:

 

  • Per un primo aspetto, deve rilevarsi il fatto che le ricorrenti non hanno mai dichiarato di aver presentato domanda, o di voler partecipare alla procedura selettiva in esame, rendendosi pertanto del tutto estranee a tale procedimento; ne consegue che - non vantando alcun interesse proprio, connesso ad una possibile veste di “operatore del settore” – esse sono prive di legittimazione ad impugnare gli atti della procedura selettiva in contestazione, e segnatamente a sollevare le censure riassunte suprasub a), b) ed f), che potrebbero in ipotesi risultare lesive solo nei confronti dei concorrenti che partecipano alla selezione.

E’ nota e stratificata la giurisprudenza che richiede, ai fini della impugnazione di clausole di bando di gara non immediatamente escludenti, la necessaria presentazione della domanda di partecipazione, o quanto meno la manifestazione formale di un proprio interesse alla procedura (v. Consiglio di Stato, A.P. 1/2003 e A.P. 4/2018).

  • Per altro aspetto, occorre anche rilevare che non risulta dichiarata, né tanto meno dimostrata, nemmeno la legittimazione delle associazioni a ricorrere in veste di enti esponenziali di interessi generali o diffusi. Infatti, in nessuna parte del ricorso viene esplicitato che le associazioni siano titolari e garanti di interessi “altrui”, né viene esplicitata (al di là della stringata indicazione contenuta nell’epigrafe, nella quale si descrivono i soggetti ricorrenti) la loro ipotetica connotazione quale enti rappresentativi di interessi collettivi. Tale modo di percorrere la via giudiziaria nel processo amministrativo non può che dar luogo ad una statuizione di inammissibilità per mancanza di legittimazione attiva, poiché l’ente esponenziale di interessi diffusi deve in primo luogo qualificarsi come tale, affinché il giudice – prima di entrare nel merito delle censure proposte – possa valutare preliminarmente l’ammissibilità del gravame, ossia, verificare che ricorra una legittima ipotesi di sostituzione processuale ex art. 81 c.p.c.
  • In secondo luogo, anche a voler in ipotesi ammettere (in contrasto con quanto si è sopra escluso) che la legittimazione processuale di una (sola) delle due associazioni (la Associazione Codici – centro per i diritti del cittadino) possa discendere dalla semplice menzione della propria iscrizione nel registro di cui all’art. 137 del D. Lgs. 206/2005 (Codice del consumo) e dalla asserita appartenenza al novero della associazioni di promozione sociale ex L. 383/2000, dovrebbe dirsi che in concreto la verifica di ammissibilità non può ritenersi superata, poiché – come ha eccepito la difesa della Videobankspa – il “dipartimento cultura” di tale associazione (ossia, la struttura e la connessa mission deputata alla tutela degli interessi culturali dei consumatori) è stato in precedenza trasferito all’altra ricorrente (l’Associazione Codici di Cultura).

 

Infatti, nel documento 8 depositato in giudizio dalle ricorrenti si legge che “l’associazione nazionale <Codici Onlus – Centro per i Diritti del Cittadino> ha deliberato di dare vita ad una associazione libera ed autonoma, distaccando il relativo dipartimento di cultura e tutela del tempo libero. E’ costituita l’associazione Centro per le diffusioni Culturali <CODICICULTURA>”.

Tutto questo equivale a dire che l’associazione “madre” si è spogliata della specifica finalità di tutela degli interessi culturali dei consumatori, demandandola all’associazione “figlia”.

Pertanto, nessuno dei due enti appare legittimato a proporre il ricorso in esame: non il primo, poiché ha dismesso quella specifica finalità a favore della neo costituita associazione Codicicultura; nemmeno il secondo, perché risulta privo di qualsiasi forma di riconoscimento (iscrizione nell’apposito registro) che gli consenta di agire in giudizio (come preteso dal combinato disposto degli artt. 137 e 139 del D. Lgs. 206/2005).

Ancora, deve rilevarsi una ulteriore ragioni di inammissibilità del ricorso, che risiede nella peculiare tipologia delle censure dedotte, alcune delle quali non sono altro che contestazioni di scelte di merito dell’amministrazione: tanto si verifica con riguardo all’ambizione di sindacare la “caratura” culturale del marchio associabile - quale sponsor - alla manifestazione in esame, ovvero alla pretesa di destagionalizzare l’evento, in un periodo dell’anno suggerito dalle stesse ricorrenti.

In ultimo, il ricorso risulta inammissibile nella parte in cui contesta l’aggiudicazione in favore della Videobank spa, essendo stato chiarito in giudizio che tale provvedimento non è ancora intervenuto, di guisa che viene a mancare in radice proprio l’oggetto della contestazione.

“ In conclusione, assorbite le ulteriori eccezioni, il ricorso, si legge nella sentenza, va dichiarato inammissibile.

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    Non hanno fatto in tempo a dirti “ma che pretendi? C’è il Covid, come si fa con gli ospiti internazionali…” che, in un regolare pomeriggio di luglio, all’inaugurazione di Cannes fanno capolino in ordine sparso Jodie Foster, Bong Joon-ho, Spike Lee, Jessica Chastain, Adam Driver, Marion Cotillard, Melanie Laurent, Pedro Almodovar, Maggie Gyllenhaall, Leos Carax, Song Kang-ho e chissà quanti altri. Manca solo che sfacciatamente qualcuno eccepisca: “eh, ma sono tutti francesi…”. Alla fine, se c’è una cosa che il cinema ci insegna è l’arte dello storytelling. E, se penso a questa edizione del TaorminaFilmFest, mi viene subito in mente la retorica di alcuni leitmotiv post-pandemici: la ripartenza, il rilancio, il ritorno alla fruizione in presenza, le ritrovate venues festivaliere. Argomenti che, tuttavia, si contraddicono con altri del tutto pretestuosi: ridotta mobilità internazionale, preponderanza di titoli e presenze nazionali, scarsa adesione da parte di pubblico e addetti ai lavori. I tempi sono tristi, si sa, e gli scenari ancora troppo mutevoli. E, infatti, solo i più incauti, faziosi e sprovveduti insisterebbero nell’operare confronti col passato, anche recentissimo e ben più compromesso.

    Ma, mentre l’incursione nello streaming si è rivelata un fuoco di paglia - rifugio opportunistico e temporaneo per i più ostinati difensori della sala - e forse anche un’occasione sprecata per ampliare un bacino d’utenza di rigorosa prossimità, i problemi alla base restano e non sono certo dovuti alla pandemia: la sostenibilità degli investimenti privati, l’autoproduzione e la contribuzione pubblica, la qualità dell’offerta artistica, le ambizioni internazionali (“velleità”, per alcuni) nuovamente ridimensionate. Ed ecco che le soluzioni obbligate hanno visto una drastica involuzione che si è tradotta nella riduzione di film, del parterre di ospiti e, salvo rarissime eccezioni, delle anteprime dal grande appeal. Il dato squalificante - ben peggiore di quello di cinque anni fa - sono i numeri relativi alle presenze al Teatro Antico, sparutissime, specie di settimana. Salvo poi ricorrere al viatico salvifico della gratuità in occasione della cerimonia di chiusura (contrasto peraltro evidentissimo con la serata inaugurale, a pagamento). E piange il cuore a vedere un sito archeologico millenario, che ha ospitato anteprime e indimenticabili icone della Settima Arte, ridotto a salotto privato per pochi intimi in occasione della partita Italia - Belgio mentre la doppia proiezione serale in programma viene opportunamente relegata alla sala, scelta sintomatica di un totale disinteresse verso la programmazione e il suo modestissimo pubblico. È impossibile non provare un pudico imbarazzo nell’accogliere in un teatro semi-deserto una grande interprete come Valeria Golino, accompagnata dalla sua regista e dal direttore generale di Palomar, che da 22 anni con il Montalbano televisivo promuove la Sicilia in Italia e nel mondo.

    Non possiamo commuoverci nemmeno per i TaorminaArteAward (reintrodotti nel 2019 e, nell’ultimo biennio, già assegnati a Kidman, Spencer, Stone, Greenaway, Dreyfuss, Sanda, Dafoe, Coster-Waldau) ripartiti a Ozpetek, Ferzetti e - come cadeau - a Francesca Michielin dopo un rapido omaggio al compianto Franco Battiato. A Taormina, da sempre piazza festivaliera dalle travagliate sorti, non si è fatto nemmeno in tempo a riabituarsi a una rigorosa politica di tributi alla carriera che ci si ritrova nuovamente schiavi delle logiche un po’ dozzinali che hanno contraddistinto l’era precedente. E non ci commuoveremo nemmeno per gli esiti di un concorso “internazionale” - a 6 titoli - che, a detta di molti, già dalle scansione temporale dei titoli in programma, sembrava suggerire i vincitori: con un criterio principe che tiene sicuramente conto del merito ma anche della popolarità di interpreti e autori… Non a caso ad arricchire il palmares sono i protagonisti delle ultime giornate, dall’attrice rivelazione Matilda De Angelis (rivelazione fino a un certo punto, dato che nel 2016 al festival ne venivano già premiati gli esordi) a Daniel Brühl (già presente, da ultimo, nel 2018), passando per i validi registi di un film di genere ma oggetto di numerose critiche per lo stereotipo in tema di criminalità meridionale che ingenuamente propone.

    Ovviamente in questo esiguo novero di titoli assai eterogenei si riscontra anche qualche buon prodotto, però di imminente distribuzione in sala o in streaming. L’intero festival, in questo senso, sembra strizzare l’occhio all’opportunità e a strategie marketing di reciproca autopromozione (anche presso settimanali e mensili di riferimento). Non sappiamo quanto il supporto del festival risulterà determinante per i film in uscita ma sappiamo, al contrario, quanto i film siano stati determinanti per il festival. Perché - Covid o meno - rimaniamo ancora lontani tanto dall’abusata definizione di “grande cinema” quanto dalle aperture alla presenza dei cast americani (Cannes appare esente da restrizioni nella mobilità), come qualche anno fa accadeva con Man of Steel o dalle anteprime Pixar e HBO con consistente anticipo sull’uscita italiana o internazionale.

    Ci s’interroga anche sui misteri e sul furtivo e tardivo impiego del red carpet, installato con tanti proclami e calpestato più dai curiosi che dalle star (metafora volutamente iperbolica). Ma siamo certi qualche politico particolarmente zelante non avrebbe difficoltà alcuna a definire anche questo come un successo di popolarità e di pubblico per una meritevole operazione d’immagine. Sia ben chiaro: alla politica, stavolta, si può imputare o rimprovevare poco o nulla. Anzi! Specie quella regionale è stata particolarmente meritoria per aver messo finalmente mano al portafoglio, supportando generosamente un evento la cui portata non va certo oltre quella del contributo economico percepito (di certo il discrimine non è il solo budget). La Fondazione Taormina Arte Sicilia, semmai, è un magnifico spettatore, forse troppo indulgente nella contingenza pandemica, forse fin troppo presto dimentico del vincolo contrattuale che impone alla produzione privata un prodotto che assicuri determinati standard qualitativi - e, ça va sans dire, internazionali - oltre a una manifestazione del valore complessivo superiore a più di mezzo milione.

    Alle voci critiche e ai giudizi altrui non si è più abituati. Ma, di contro, non impressiona nemmeno il battage della stampa fidelizzata, che, se invitata e ospitata, come sempre si conferma abbastanza operosa. Manca il pubblico e la meta ultima appare abbastanza confusa e improvvisata; ma, di questi tempi, tutto viene sbrigativamente perdonato. Gli amici di Taormina restano quelli che, certo poco sensibili alla modestia di qualche attrattiva mondana e modaiola, sono preoccupati per il suo futuro. Ormai persino invocare il prestigio anagrafico o rievocarne i fasti è diventata una retorica superflua che si staglia brutalmente contro la realtà. Perché, diciamolo, appena cinque anni fa, contro il prodotto, insorgevano le folle. Si desiderava - legittimamente - un festival migliore. Ancora più competitivo, ancora più internazionale. Oggi, dopo appena un paio d’annate riqualificate, siamo quanto mai lontani - in negativo - da quei tempi, che non pensavamo certo di arrivare a rimpiangere. Eppure, come nei corsi e nei ricorsi storici, la domanda sorge spontanea: non è che, per caso, l’utenza taorminese e le istituzioni soffrono di memoria corta? O le insurrezioni che si levavano erano tutt’altro che genuine e banalmente pretestuose? Più probabilmente - tocca oggi amaramente concludere - eravamo in presenza di un naturale istinto reazionario all’invasore e di mero gattopardismo. È stata sufficiente una presenza meno ingombrante per sgombrare definitivamente il campo da ogni sorta di dibattito sul merito del prodotto. Si è invocato il cambiamento, ma vero cambiamento è stato? Alla fine, eravamo ricchi e non lo sapevamo?

    Marco Fallanca

     

  • I VINCITORI DELLA 67MA EDIZIONE DEL TAORMINA FILM FEST

    E' Next door di e con Daniel Brühl, il miglior film della 67ma edizione del Taormina Film Fest. L’attore tedesco vince anche come migliore attore del suo primo film da regista di cui è anche produttore: una dichiarazione d’amore e una riflessione sul mondo del cinema e delle star, ambizioso metacinema, divertente e tragico. Roberto De Feo e Paolo Strippoli vincono la migliore regia con A Classic Horror Story, un riconoscimento al nuovo film Netflix, prodotto da Colorado Film, al suo debutto al Festival. Un omaggio alla tradizione di genere, sorprendente e dissacrante e un’assoluta novità nel variegato universo del cinema horror. Il premio per la migliore attrice va a Matilda De Angelis, intensa protagonista di Atlas di Niccolò Castelli, prodotto da Imago Film e Tempesta e distribuito da Vision Distribution. L’attrice continua a rivelare una straordinaria capacità di restituire tutta la complessità emotiva e l’autenticità dei suoi personaggi.

    Oltre i premi legati al Concorso, il Festival celebra le eccellenze dello spettacolo con i Taormina Arte Awards consegnati sul palco del Teatro Antico alla cantautrice Francesca Michielin per la musica, ad Anna Ferzetti per la versatilità del suo talento artistico e a Ferzan Özpetek per la sua storia cinematografica, a vent’anni da Le fate ignoranti.

    Attribuito inoltre il premio ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo a Gianluca Jodice, sceneggiatore e regista de Il cattivo poeta, dimostrazione di un cinema capace di celebrare la bellezza del nostro paese.

    “Una sfida vinta insieme a tutta la Sicilia e alla città di Taormina: riportare il cinema sul grande schermo condividendo la bellezza del Teatro Antico. E facendo del Festival il segno e il senso della ripartenza: esperienza cinematografica e umana, non solo consumo audiovisivo” - dichiarano i Direttori Artistici del Taormina Film Fest, Francesco AlòAlessandra De Luca e Federico Pontiggia.

    Ancora un ringraziamento al supporto prezioso dei partner istituzionali e degli sponsor di quest’anno: Rai Movie, Tv ufficiale del Festival, che trasmetterà lo speciale dedicato a quest’edizione Mercoledì 7 luglio in seconda serata, Rai Radio 3, Ciak e S.E.S Società Editrice Sud. Un ringraziamento va anche al Maestro orafo Michele Affidato che ha realizzato i premi, veri oggetti d’arte.

    I premi sono stati assegnati dalla giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Susanna Nicchiarelli, dalla montatrice Francesca Calvelli, dall’attrice Lolita Chammah, dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone e dall’attore Saleh Bakri.

     


    I PREMI

     

    CARIDDI D’ORO - MIGLIOR FILM

    NEXT DOOR

     

    CARIDDI D’ARGENTO – MIGLIORE REGIA

    ROBERTO DE FEO E PAOLO STRIPPOLI per A CLASSIC HORROR STORY

     

    MASCHERA DI POLIFEMO – MIGLIOR ATTRICE

    MATILDA DE ANGELIS per ATLAS

     

    MASCHERA DI POLIFEMO – MIGLIOR ATTORE

    DANIEL BRüHL per NEXT DOOR

     

    TAORMINA ARTE AWARDS

    ANNA FERZETTI

    FRANCESCA MICHIELIN

    FERZAN ÖZPETEK

  • Il Taormina Film Fest celebra il ritorno alla magia del cinema

    In una stagione cruciale per la cinematografia mondiale, Taormina rinnova il suo legame con il grande schermo: la 67ma edizione presenta sei opere prime e seconde in concorso e sette grandi première nazionali e internazionali nell’incantevole scenario del Teatro Antico. Una selezione pensata per un pubblico diversificato che potrà finalmente godere, dopo una lunga pausa, dell’incantesimo del cinema.

    Sotto l’egida della Fondazione Taormina Arte Sicilia, nel primo anno della Direzione Artistica di Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia, il Taormina Film Fest abbraccia le diverse anime della settima arte, con un’attenzione a generi, stili e linguaggi differenti: dal family all’horror, dalla dark comedy al drama, dall’animazione all’arthouse.

    L’identità femminile sarà protagonista davanti e dietro la macchina da presa con il film di esordio di Michela Cescon Occhi Blu, dell’israeliana Tanya Lavie Honeymood, dell’iraniana Rezvan Pakpour Fractal, nonché con una giuria che annovera tre donne su cinque componenti, presieduta dalla regista Susanna Nicchiarelli. Le signore del cinema avranno uno spazio di confronto fra diverse professionalità, per dare voce al talento che va in scena e alle artiste invisibili, lontane dai riflettori ma ugualmente determinanti.

    Nella stagione della rinascita e della ripartenza, il Festival vuole riservare un’attenzione particolare agli autori italiani, da quelli già affermati agli esordienti di valore, che dimostrano la straordinaria vitalità e varietà dell’industria filmica nazionale: dalla commedia road movie Boys di Davide Ferrario all’inquietante distopia de La Terra dei figli di Claudio Cupellini, dal toccante intimismo di Atlas di Niccolò Castelli, all’innovativo horror A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli, con cui Netflix debutta al Taormina Film Fest.

    E ancora lo sguardo sulla cinematografia europea con il tedesco Next Door, opera prima dell’attore Daniel Brühl, e il francese La signora delle rose (La fine fleur ) di Pierre Pinot, sul cinema extra-europeo con il cinese Long Day di Yumo Luo, oltre ai citati titoli iraniano e israeliano.

    Non manca il family con Peter Rabbit 2 - Un birbante in fuga, avventuroso mix di animazione e live action diretto da Will Gluck, che verrà presentato il 30 giugno in contemporanea al Teatro Antico e a Roma nell’ambito del  TimVision Floating Theatre Summer Fest organizzato da Alice nella Città.

    E poi la black Woodstock di Summer of Soul, ovvero l’iconico concerto all’Harlem Cultural Festival del 1969 con B.B. King, Nina Simone, Stevie Wonder recuperato ed esaltato dal regista Ahmir “Questlove” Thompson con un inedito accesso al materiale d’archivio, che invita a una riflessione sulla questione razziale negli Stati Uniti.

    Il cinema globale, dunque, ma anche un forte radicamento nel territorio attraverso la collaborazione con Sicilia Film Commission, che presenta un programma di eventi collaterali, che culminerà con la proiezione del documentario Lo schermo a tre punte e un incontro con il regista Giuseppe Tornatore al quale parteciperanno gli allievi della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia e delle Università siciliane. In apertura la proiezione di Space Beyond, protagonista l’astronauta siciliano Luca Parmitano, seguirà Sulle tracce di Goethe in Sicilia, il documentario diretto e interpretato dal regista tedesco Peter Stein, che ripercorre dopo duecentotrent’anni le tracce del celebre Viaggio in Sicilia di Wolfgang Goethe, alla ricerca delle origini classiche della cultura europea. Completa il programma una selezione di cortometraggi dedicati all’universo femminile, tra cui La bellezza imperfetta, del giovane regista siciliano Davide Vigore con la fotografia di Daniele Ciprì.

    La collaborazione con ANEC Sicilia consentirà, per la prima volta, una fruizione allargata del Taormina Film Fest: alcuni dei titoli presentati al Teatro Antico, saranno proiettati in contemporanea in numerose sale delle principali città siciliane, oltre alle serate di apertura e chiusura. Un sostegno concreto dopo una stagione difficile.

    In tema di valorizzazione del territorio, il Festival ospiterà - in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per il Turismo - il Premio ENIT Il cinema che promuove la bellezza italiana dedicato al film che, fra quelli distribuiti nell’ultima stagione, ha esaltato l’immagine della bellezza italiana. Sempre con ENIT, è previsto un focus sulle  prospettive e le potenzialità legate ai luoghi del cinema.

    In uno spirito di fattiva cooperazione e sostegno all’industria cinematografica, sono numerose le attività avviate d’intesa con organismi e associazioni di settore, nel segno di una collaborazione inclusiva e sinergica necessaria per il rilancio del settore, che rappresenta una delle chiavi della 67ma edizione.  

    In quest’ottica, i Giornalisti Cinematografici ricorderanno a Taormina, come tradizione sul palco del Teatro Antico, quest'anno in apertura del Festival, Nino Manfredi nel centenario della nascita.  Il “Premio Manfredi”, che il Sngci assegna d'intesa con la famiglia del grande Nino a un attore che abbia rivelato un talento speciale non solo nella commedia.

    Nel centenario dalla nascita di Leonardo Sciascia, Taormina celebrerà, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, il grande autore siciliano con la mostra Cinema e Legalità e la presentazione del libro Sciascia e il cinema, conversazioni con Fabrizio di Fabrizio Catalano, nipote dello scrittore. E per festeggiare un anniversario significativo, il regista Ferzan Özpetek incontrerà il pubblico nel ventennale de Le Fate Ignoranti per condividere il suo affascinante percorso artistico.

    Ritorno al futuro, poi, per la proiezione al Teatro Antico del film in nuova edizione digitale Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato di Florestano Vancini che vede Leonardo Sciascia fra gli sceneggiatori, in collaborazione ancora una volta con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Grazie al CSC, si potrà anche viaggiare nel tempo con il Rapido del Sud di Fausto Saraceni, un percorso nell’Italia degli anni Quaranta attraverso il tragitto Roma Taormina di un treno elettrico moderno ma con un cuore poetico in un Paese proiettato verso il progresso. Nel film, conservato e digitalizzato da CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa, e proveniente dal fondo Fondazione FS, è stata recentemente riconosciuta una giovane Silvana Mangano nel ruolo di una passeggera che accompagna un'amica.

    La linea editoriale scelta dai Direttori prevede una settimana ricca di appuntamenti, in cui le tredici Anteprime dei film in selezione ufficiale si alternano agli incontri con i protagonisti, le mostre e i panel: un’ampia offerta culturale e artistica che corrobora l’identità del Festival.

    Quest’anno il Taormina Film Fest inaugura una collaborazione con Ciak: lo storico mensile di cinema commenterà i film e offrirà interviste e backstage attraverso il Taormina Ciak Daily, nonché offrirà ad alcuni studenti del Corso di Laurea Magistrale in Metodi e Linguaggi del giornalismo dell’Università di Messina un tirocinio sul campo.

     

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