Il centro di riabilitazione di Santa Teresa di Riva, l’ambulatorio di Sant’Alessio Siculo così come quello di Francavilla di Sicilia risultano ad oggi sforniti degli adeguati presidi di sicurezza.
Da mesi il centro di riabilitazione di Santa Teresa di Riva non riesce a garantire l’assistenza e la terapia ai suoi assistiti, tra questi anche piccoli pazienti con disabilità gravi per i quali l’assenza di terapia si traduce il più delle volte nell’aggravarsi della patologia.
L’impossibilità a garantire l’assistenza è legata, come lamentato da operatori e medici, alla mancanza dei dispositivi di sicurezza. Mascherine, guanti, camici, visiere, occhiali… tutto quel materiale che dovrebbe consentire ai terapisti di lavorare in totale sicurezza per sé e per gli assistiti.
La situazione è confermata dal direttore dell’UOC Riabilitazione adulti e minori dell’area metropolitana il dott. Natale Molonia.
Il Dott. Molonia risponde ad una nostra richiesta formale di chiarimenti spiegando che i servizi non sono ripresi perché il trasferimento del centro di riabilitazione nei nuovi locali comunali non è ancora stato completato e confermando che mancano buona parte dei dispositivi di sicurezza per gli operatori e per l’utenza.
Una situazione simile la registriamo nell’ambulatorio di Sant’Alessio Siculo e in quello di Francavilla di Sicilia. Anche qui medici ed operatori lamentano la carenza di dispositivi di sicurezza.
“Un’anomalia” per l’assessorato regionale che non riesce a trovare una spiegazione.
L’Assessorato Regionale alla Salute conferma infatti il costante invio all’Asp di Messina di migliaia e migliaia di dispositivi di sicurezza. Rifornimenti periodici che però non trovano riscontro con le testimonianze dei medici.
Sentito sulla vicenda il direttore generale dell’Asp il dott. Paolo La Paglia rimpalla la responsabilità ai direttori dei vari distretti.
Oggi la risposta del dott. Molonia conferma però l’anomalia. Aspettiamo chiarimenti anche dal direttore del distretto di Taormina il dott. D’Angelo che raggiunto telefonicamente ha però chiarito che a lui non risulta alcuna problematica.
Restano però le testimonianze dei medici, costretti in questi mesi ad acquistare a proprie spese mascherine, visiere, gel igienizzante pur di lavorare e garantire un servizio.
E restano i disagi e le difficoltà delle famiglie di persone con disabilità che ad oggi aspettano ancora di poter ricominciare le terapie.
In tutta questa storia è chiaro che la filiera di distribuzione da qualche parte si interrompe. Un corto circuito che crea difficoltà per medici e operatori sanitari.
O semplicemente alla regione hanno sbagliato i calcoli…