Dopo Taormina, anche i custodi della Villa Romana di Patti sono al centro delle polemiche a causa del loro presunto mancato impegno.
A denunciare un certo “lassismo” nella manutenzione del sito archeologico prima il Fatto Quotidiano, dopo Striscia la notizia. Accuse e polemiche che oggi la Fp CGIL respinge difendendo i lavoratori.
“La solita disinformazione che danneggia l’immagine della Sicilia e che soprattutto pone al centro di tendenziose accusa i lavoratori che nulla hanno a che fare con le critiche rese dai mezzi di informazioni, le cui notizie sono oggetto di potenziali querele”.
E’ dura la reazione della segretaria della Funzione pubblica della CGIL, Clara Croce’ e della coordinatrice provinciale Rosa Raffa, all’articolo pubblicato sull’edizione del 19 gennaio del Fatto Quotidiano, ripreso da Striscia la Notizia durante la puntata del 23 gennaio, in cui vengono immotivatamente messi sotto accusa i custodi della Villa Romana di Patti.
“All’interno dell’articolo, infatti, viene scritto che “nonostante la presenza di 23 custodi, ad oggi manca qualsiasi manutenzione”.
“Ebbene, al riguardo, afferma Crocè, occorre fare una precisazione, utile non solo per i custodi di Villa Romana che non sono 23 ma 17, ma anche per tutti i custodi dei siti culturali della Regione Siciliana che in tutti questi anni hanno subito attacchi mediatici in maniera indiscriminata, con false notizie che hanno infangato la categoria dei custodi nonché dipendenti pubblici”.
La FP CGIL ricorda che “I custodi dell’Amministrazione Regionale si occupano di fruizione, tutela e vigilanza dei siti culturali. Nel caso specifico di cui parla il Fatto quotidiano si tratta di un lavoro di recupero e pulizia dei mosaici che sono all’interno della Villa Romana di Patti, lavoro per il quale ci vuole una specifica professionalità. Ecco perché ci sono stati dei volontari che fino a poco tempo fa che hanno svolto questo lavoro nell’ambito di uno stage organizzato dall’ateneo in collaborazione con l’Assessorato regionale, il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, la Soprintendenza di Messina e il Comune di Patti oltre che da parte di personale inviato dall’Archeoclub d’Italia sede di Patti”.
Qualche anno fa analogo servizio è stato fatto sui custodi del Teatro di Taormina, accusati perché mancavano i dépliant. “E’ ora di dire basta a questo attacco nei confronti dei custodi che da quasi un decennio a causa delle pochissime risorse inviate dalla regione siciliana per la tenuta dei siti spesso e volentieri mettono le mani in tasca per comperare il materiale occorrente per una migliore tenuta dei siti in cui lavorano, per fare piccoli lavori di manutenzione e tutto quello è nelle loro possibilità di fare. La mansione dei custodi è di fruizione, tutela e vigilanza dei siti culturali. Non possono stampare i dépliant e il materiale turistico, non compete a loro; non compete loro fare le pulizie ma spesso e volentieri le fanno. Che l’Amministrazione regionale, conclude Crocè, incominci a investire risorse là dove c’è un ritorno economico e la si smetta una volta per tutte di indicare il dipendente pubblico quale colpevole di tutti i mali della pubblica amministrazione e che si trovino i colpevoli.”