La presentazione di giorno 11 dicembre, all’interno del Caffè Letterario di SPAZIO al SUD – il cartellone di eventi organizzato dall’associazione “Arte&Cultura a Taormina”, presieduta da MariaTeresa Papale – ha chiuso il programma del 2017, dando appuntamento all’anno nuovo. L’associazione “Arte&Cultura a Taormina” è sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina e patrocinata da partners di rilievo quali l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, il Comune di Taormina, Taormina Arte Sicilia, Club per Unesco di Taormina, Valli d’Alcantara e d’Agrò, Gais Hotels Group e l’associazione culturale calabrese “Piazza Dalì”.
La navata della splendida ex Chiesa del Carmine, con le sue giocose architetture barocche era gremita. La scena che ha fatto da cornice e sfondo al delizioso incontro letterario, è stata impreziosita dalle meravigliose opere di artigianato taorminese, in mostra sino all’otto gennaio 2018, opera dell’impegno del “Comitato Festività e Tradizioni Popolari Taorminesi” presieduto dall’instancabile Antonio Faraci.
In questa scenografica location, la giornalista Milena Privitera ha presentato “Fiori di Jacaranda”, di Marisa Sturiale D’Agostino, edito da Città del Sole. L’attrice e regista Rita Patanè invece ha trasportato il pubblico presente, all’interno del mondo di Laura, la protagonista del romanzo. L’autrice di Roccalumera ma taorminese di adozione ha al suo attivo altri due testi: “Pupa di Pezza” del 2008 e “Cerchi d’acqua” del 2010.
“Fiori di Jacaranda” giunge quindi dopo una pausa che tuttavia ha riconsegnato ai lettori un’autrice, la quale traspone nei testi, eleganza di stile ed intensità narrativa. Eleganza ed intensità che costituiscono la cifra esatta dell’essere di Marisa Sturiale D’Agostino. Il termine “cifra”, rimanda alla scelta di questa scrittrice di studiare e laurearsi per poi insegnare fisica e matematica. Lei che amava la letteratura ed ha trovato ardimentoso superare la sua ostilità verso il mondo dei numeri. Marisa Sturiale D’Agostino, ieri ha dichiarato: «Io ho studiato matematica ma non l’ho mai amata. Questa è stata una delle mie sfide».
Eppure, il mondo dei numeri e quello delle parole hanno assonanze e similitudini che ne costituiscono l’essenza, e l’autrice ne ha offerto una trasposizione letteraria in un romanzo che contiene l’individuo ed il gruppo; la metrica della poesia e il ritmo della prosa. L’intimità dell’uno e il dialogo con i molti. Marisa Sturiale D’Agostino è una donna minuta che trasmette la forza dell’essere nei modi garbati e in quella dolcezza che avvolge immediatamente chi la incontra. Ha coraggiosamente affrontato gli sbalzi di umore della Vita e lo ha fatto ammettendo le fragilità che contraddistinguono ciascuno di noi. La nostra forza sta nel non nascondere le nostre debolezze ma nel farne bagaglio di esperienza che poi diventa memoria. Ascoltare Marisa Sturiale D’Agostino, è avvicinarsi un po’ di più ai suoi testi dove lei ha scelto di riporre alcune fotografie della vita poiché i personaggi «non sono mai del tutto inventati ma romanzati». L’autrice, a cui Milena Privitera ha chiesto di dire cosa rappresenta per lei la scrittura, ha risposto: «La scrittura è una via di fuga». Tale via di fuga ha un senso più profondo: essa è riparo ed introspezione. Perché l’autrice che ha sottolineato come “l’eleganza sia una misura dell’interiorità” ama la Vita. Una vita dove «il passato-memoria è bagaglio, non esistono ipotesi di futuro e ciò che si ha, è il presente». La Vita per la scrittrice è “armonia delle differenze”. L’armonico si ottiene non sottraendosi ad essa ma scandendo un tempo diverso delle stagioni e dei giorni. Il tempo della maturità e della consapevolezza; il tempo «in cui non si deve dimostrare più nulla agli altri e si ha tempo per sé e per chi giunge a farci visita».
“Fiori di Jacaranda” è un’epifania di sentimenti, raccolta di foglie e spruzzi di pioggia; è il saper sostare innanzi ad un arcobaleno che per l’autrice rappresenta “una scala di Giacobbe” perché la Vita è Natura, la Natura è Bellezza. La Vita è Bellezza pur se fatta di assenze. L’amore quello grande ed unico è nel non possedere il bene ma nel sapere che nella libertà dell’altro alberga l’amore. L’amore è una casa che accoglie ma non imprigiona. Questo è il mondo di Laura, la protagonista del libro. Donna empatica che ha attraversato le varie stagioni della vita in punta di piedi. Laura, donna in là con gli anni oramai vedova, e tragicamente non più nonna, che, decide di trasferirsi temporaneamente in un’accogliente casa di riposo, Villa Mon Repos. Qui si gode del profumo del basilico e del colore delle Jacarande che tingono di blu-violetto i giorni. Qui, si incontrano narrativamente i vari personaggi-ospiti.
“Fiori di Jacaranda” è un testo che apre la via alla ricerca del “sé” per comprendere che esiste un tempo per tutto; noi che viviamo nel tempo e di tempo. Marisa Sturiale D’Agostino lo ha dedicato “ai cercatori di Poesia e ai senzanome dell’ultima stagione”.
Lei lo ha dedicato a loro perché sono soggetti deboli e delicati. “I cercatori di Poesia” non sono solo coloro che scrivono versi ma tutti coloro che vivono la Vita “poeticamente”, restando impigliati in fili di sogni che liberano l’immaginazione. Vivere “poeticamente”, è vivere assaporando ogni sorso ed ogni morso di Vita-Natura.
“I senzanome dell’ultima stagione” sono gli anziani e tutti coloro che vengono “misurati” sulla base della loro utilità. Anch’essi deboli. Ma poiché Marisa Sturiale D’Agostino ha invertito le cifre, debolezza e fragilità sono essenza dell’uomo. La Vita-Natura è sintesi dell’imperfezione ma il quadro d’insieme è magnifico come un viale ricoperto dai fiori di Jacaranda.
Lisa Bachis