Il vernissage, della quarta edizione di “Idda” a Muntagna, ha accolto numerose persone nel pomeriggio di ieri, venerdì 20 dicembre, all’interno della gotica Sala Colonna del Palazzo “Duchi di Santo Stefano” a Taormina. Il luogo – già di per sé carico di senso storico ed eletto a sito che accoglie l’arte e la cultura anche per volontà dell’artista Giuseppe Mazzullo, che lo volle sede della fondazione che ancora ne porta il nome – ospita la rassegna fotografica dedicata a sua maestà, l’Etna. La collettiva fotografica, a cura di Alfio Landro e Gianni Pennisi, targata “I Love Etna &…” ha ricevuto il patrocinio del Comune di Taormina e si è avvalsa della collaborazione di “Charm of Art”, associazione presieduta da Santo Cicirò che, nella stessa location, ospita un’interessante collettiva pittorica. La rassegna fotografica sarà visitabile dal 20 al 22 dicembre.
Ieri pomeriggio, c’era tanta emozione. Organizzare eventi richiede una buona dose di pazienza e tanta passione, ingredienti che sia gli organizzatori sia i partecipanti hanno dimostrato di possedere, regalando agli intervenuti un risultato degno di nota.
A fare gli onori di casa, Alfio Landro e Gianni Pennisi insieme all’ospite d’onore, il fotoreporter internazionale Fabrizio Villa. Landro ha introdotto il taglio augurale del nastro, spettato a Villa con queste parole:
Ringrazio tutti voi per essere qui. Fa piacere avere la presenza di persone affezionate. Siamo giunti alla quarta edizione di “Idda” a Muntagna, e quest’ anno il presidente della selezione è Fabrizio Villa a cui sono spettati gli oneri e gli onori per la scelta dei premiati. Oggi saranno assegnati tre riconoscimenti: il premio alla foto più rappresentativa e due menzioni di merito. Sarà anche consegnato un attestato di partecipazione nominativo a tutti i fotografi e ai fotoamatori che hanno aderito all’iniziativa.
Dopo il taglio del nastro, è stato un percorso espositivo interessante, quello offerto dagli organizzatori. Le foto hanno veicolato, attraverso l’immagine, un messaggio che è quello di un territorio vasto e complesso. Dire Etna, significa dire di un territorio e di un modus vivendi. L’impatto antropico non nega l’insistenza del naturale. Dagli aspetti lunari, modulati dalla lava, ai declinati verdi della vegetazione. La neve e il fuoco, sono sentimenti goethiani che a tutt’oggi provocano fascinazione e destano scalpore. I fotografi di “Idda” a Muntagna hanno reso omaggio alla Signora, e hanno reso omaggio agli stili di vita fissati nelle immagini, che immortalano il perenne accadere della Natura e trattengono il respiro dell’anima del Genius Loci. Nume tutelare, qui, fuso con l’anima della Terra.
Fabrizio Villa ha infatti tenuto a dichiarare, prima dell’assegnazione dei riconoscimenti, la propria soddisfazione:
Grazie per avermi voluto. Il livello dei partecipanti è alto. Per essere più libero da vincoli, non ho voluto sapere i nomi dei fotografi. La mia è stata volutamente una selezione personale e d’impatto. Desidero rivolgere i miei più vivi complimenti a tutti. Scegliere le foto è stato difficile.
Avere Fabrizio Villa, catanese, riconosciuto tra i migliori fotoreporter al mondo, è stata un’immensa gioia per i partecipanti al contest. Villa ha al suo attivo un curriculum di grande spessore. Spessore che ha dimostrato per le sue doti umane e di approccio semplice, diretto e generoso.
Uno dei i suoi scatti più recenti, che ha fatto il giro del mondo, è stato quello degli chef al “Bellini” di Catania. La foto ha trovato spazio sulle pagine del “Corriere della Sera” e del “Times”. Il Web Magazine “Cuochi Siciliani”, del 3 aprile 20019, ha riportato in merito a quell’immagine:
«A suscitare l’interesse e lo stupore dei mass media è stato l’equilibrio, l’eleganza, e il ritmo, di una fotografia che immortala il momento unico e magico in cui centinaia di cuochi, in giacca bianca e toque, hanno letteralmente “invaso” il teatro “Vincenzo Bellini”. La foto è stata scattata poco prima che cominciasse lo spettacolo “ritagliato su misura” per i cuochi, nella serata di gala organizzata dagli chef riuniti a Catania per il 36° Congresso Nazionale della “Fic”, la “Federazione Italiana dei Cuochi”. In molti hanno fatto fotografie quella sera, ma una foto riuscita non è soltanto quella che riproduce la realtà di un evento: “Per dare spessore all’immagine ci vuole una storia e un’emozione e solo un fotografo professionista sa coglierli”, ha motivato il presidente dei Cuochi Siciliani, Domenico Privitera, consegnando il gagliardetto dell’associazione regionale al fotografo che ha dato lustro all’evento. Al Congresso aveva partecipato anche il Ministro, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, ma lo scatto al Teatro “Bellini” ha avuto una eco molto più ampia. Potenza della capacità evocativa delle immagini, delle suggestioni che produce, e che valgono a volte più di mille parole».
Villa è un fotogiornalista specializzato anche in fotografia aerea, lavora con le immagini che riportano i fatti tanto quanto lo fanno le parole. Non lavora in questo mondo per vocazione romantica ma lo fa con l’impegno e l’umiltà che contrassegnano il mestiere del giornalista. Nella sua nota biografica sono riportate le seguenti informazioni, pulite e chiare:
«Da una grande passione per il giornalismo inizio a fotografare professionalmente nel 1988 dedicandomi esclusivamente al fotogiornalismo collaborando con i più importanti quotidiani e settimanali nazionali ed esteri. Nel 2002, dopo aver superato la prova di idoneità professionale, vengo iscritto nell’elenco dei giornalisti professionisti. Le mie foto e i miei servizi sono pubblicati su: “Corriere della Sera”, “Panorama”, “Famiglia Cristiana”, “Sport Week”, il “Venerdì” di “Repubblica”, “Gente”, “Oggi”, “Grazia”, “Specchio de La Stampa”, “Focus”, “Der Spiegel”, per i quali lavoro, su commissione degli stessi o su mie proposte, in Italia e dall’estero. Dal 1998, ho fotografato per conto di alcune tra le più importanti agenzie internazionali quale l’americana “Associated Press”, la “France Presse” e l’agenzia “Contrasto”. Sono fotogiornalista presso “Getty Images”».
I riconoscimenti assegnati da Villa sono stati preceduti dalle motivazioni che hanno dato ulteriore significato alla serata:
La prima menzione è stata per il fotografo Rocco Bertè e ritirata dal fotografo Roberto Mendolia. Villa ha trovato lo scatto «carico di fascino con le nubi che avvolgono l’Etna e con grande tecnica».
La seconda menzione è stata data a Massimo Tamajo per la tecnica usata, definita “foto nella foto”.
La foto premiata è stata quella di Giò Giusa. La motivazione è stata la seguente:
Ho scelto questa foto per il coraggio che dimostra. Si tratta di una foto estrema. Chi sta dietro macchina è spesso non considerato ma corre dei pericoli. Qui il fotografo sembra sia sceso nelle viscere del vulcano. Una foto rischiosa e molto bella.
Nel momento in cui chiusa la fase premiale, Fabrizio Villa – stava a sua volta per ricevere un riconoscimento da Landro e Pennisi – ha espresso la propria ammirazione verso tutti. Le sue parole conclusive sono state l’augurio migliore per questi appassionati della fotografia: «Amate quello che vedete dentro il mirino, non il mezzo o la macchina più costosa».