Attraverso una nota ufficiale indirizzata all’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente Dipartimento Regionale dell’Ambiente Servizio V – Demanio Marittimo, all’ Ufficio Demanio Marittimo di Messina, al Comune di Taormina e per conoscenza all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e Pubblica Istruzione, alla Soprintendenza di Messina, e alla Capitaneria di Porto di Messina, il WWF Italia ha chiesto ufficialmente una presa di posizione chiara nei confronti del progetto relativo alla piattaforma galleggiante presentata dalla ditta Kioskos Sea S.r.l.s. In particolar modo il Direttore Generale del WWF Italia Luigi Epomiceno ha chiesto agli enti interessati di esprimere parere negativo al progetto che, afferma, per collocazione, dimensione e per le attività che consentirebbe di svolgere con la sua realizzazione, provocherebbe danni irreversibili al delicatissimo ambiente sia marino che costiero. Nella nota il WWF Italia fa presente inoltre che:
a) Il progetto ricade in Sito di Importanza Comunitaria (SIC), ma non risulta essere accompagnato da corretta Valutazione di Incidenza, come richiesto dal DPR 357/07 e smi e norme di recepimento regionale;
b) Una corretta Valutazione di Incidenza – per come richiesto dall’Allegato G di cui al DPR sopraccitato – stante la presenza del delicatissimo habitat marino prioritario “praterie di Posidonia oceanica” (cod. 1120) ineludibilmente confermerebbe l’incidenza negativa su tale habitat, al pari delle specie marine indicate nel formulario Natura 2000, ed in particolare, della vulnerabile Pinna nobilis;
c) Il progetto è incompatibile con i motivi istitutivi sia dei SIC ITA030040 e ITA030031, sia della RNO “Isola Bella”;
d) Il progetto è incompatibile con i vincoli paesistici di cui al D.lvo 42/04.
“Si rammenta infine, scrive il Direttore Generale Luigi Epomiceno, che la Posidonia oceanica è habitat estremamente vulnerabile oltre che prioritario ai sensi della Direttiva 92/43/CE. Tra le cause di rarefazione e scomparsa, vi sono le attività nautiche (inquinamento, ancoraggio selvaggio), oltre alla trasformazione dei corpi idrici (alterazione delle portate di piena, aumento dei sedimenti non filtrati da vegetazione ripariale, perdurare delle torbide che impediscono la respirazione delle piante marine, inquinamento ecc) e della costa, sempre più urbanizzata. Di contro, i vantaggi della presenza della Posidonia oceanica sono immensi: dallo svolgere un ruolo di nursery per molte specie di pesci anche di interesse commerciale (quindi anche con benefici per il settore della pesca tradizionale) al rallentamento dell’energia dell’onda che viene pertanto abbattuta, riparando i litorali dall’erosione costiera. Laddove alterata per una o molteplici cause, inevitabilmente viene ad aumentare sia l’impoverimento faunistico che l’erosione costiera, con costi a carico della collettività tutta nel breve, medio e lungo termine.” Si chiede pertanto, si legge nella nota, che il progetto venga respinto e che si adotti ogni possibile azione volta a tutelare il delicatissimo ecosistema marino e costiero del sito protetto, estendendo – come sancito da ripetute sentenze del TAR e CGA – l’obbligo di Valutazione di incidenza correttamente redatta anche ad attività/ progetti fuori dai siti protetti dalla UE.
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