Il prossimo 9 maggio ricorre il 37° anniversario della morte di Peppino Impastato per mano della Mafia. Peppino Impastato, per aver denunziato dai microfoni della sua radio le attività della mafia, fu assassinato il 9 maggio del 1978. Gli assassini tentarono di farlo credere un attentatore facendolo saltare sui binari della ferrovia. La caparbietà dei suoi compagni, che trovarono in un vicino casolare una pietra con il suo sangue, fece però affiorare la verità. Ora, il casolare di contrada Feudo, a Cinisi (PA), dove lo hanno massacrato ed ucciso 35 anni fa è stato trasformato in una discarica, il terreno circostante è coperto da letame e lo stato di conservazione dell’edificio è talmente grave che rischia il crollo. La Rete 100 passi ha dunque dato vita ad una petizione popolare, chiedendo invece che il casolare diventi un luogo della memoria. “Un piccolo passo, spiega il presidente della Rete 100 passi Danilo Sulis, era stato fatto lo scorso anno, 2014, quando il presidente della regione Crocetta ci aveva consegnato il provvedimento che metteva il vincolo al casolare. Questo doveva essere il primo atto verso l’esproprio, invece, dopo il vincolo il silenzio. L’unico risultato raggiunto è stato la chiusura del casolare da parte del proprietario alle tantissime persone che si recano a Cinisi per conoscere la storia di Peppino.” Da qui la petizione e l’appello al presidente della Regione Rosario Crocetta affinché il casolare venga espropriato e consegnato alla collettività.