La conferma del Rapporto SVIMEZ sull’aumento dell’emigrazione dalla Sicilia per il 25-30% della popolazione, con la metà di giovani e la notizia dei prezzi proibitivi per viaggiare in aereo o in treno, fanno dell’isola una terra in abbandono, fuori dalla rete delle comunicazioni che contano, lontana dallo sviluppo e dal lavoro che garantisce dignità, libertà e prosperità. Purtroppo si aggiungono dati sconfortanti che spiazzano gli stessi amministratori, pronti a fare un appello al presidente della Repubblica per invertire la rotta, chiedendo nuovi appalti e ripetendo antichi errori. Ancora una volta si ha l’impressione di voler ricorrere alla vecchia mentalità clientelare che ha danneggiato le peculiarità delle risorse siciliane, legate al territorio, alla bellezza paesaggistica e monumentale, alla consistenza della produzione agroalimentare, alla lavorazione artigianale e a carattere familiare, all’ industrializzazione ed edificazioni ecocompatibili. La politica ha contribuito in maniera devastante ad impoverire la terra di Sicilia, ostacolando ogni forma di attività autonoma e la creazione di iniziative sociali, mentre ha sempre cercato di garantire i <<soliti posti>> assistenziali e precari per creare dipendenza e sottomissione, divisione e privazione, disoccupazione e depressione. Da tempo si assiste alla degradazione socio-ambientale, al deficit economico, alla rassegnazione permanente che provoca la rabbia, la paura, Ia delusione dei siciliani. Pertanto si diventa spettatori impotenti di un declino ormai cronico che spinge alla fuga tantissimi giovani e lascia nell’immobilismo la Sicilia soggetta alle pressioni di gruppi di potere, maltrattata sul piano degli investimenti, priva di servizi e di strutture adeguate, svuotata di energie umane qualificate. In questi termini è difficile prospettare un futuro possibile per i figli che, a danno delle proprie famiglie e della stessa società insulare, tristemente vanno via per intraprendere il viaggio della speranza, pur nell’incertezza e nell’amarezza del cuore, con le difficoltà di adattamento, tante incognite, la solitudine e la fatica, il sentimento di essere sdradicati e forestieri in un altro mondo, un ambiente diverso, una nuova cultura.