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domenica, Ottobre 27, 2024

LE INTERVISTE: FILIPPO DE MARIANO

Senza categoriaLE INTERVISTE: FILIPPO DE MARIANO
Foto su gentile concessione di Enrico Borrometi

Filippo De Mariano ed io, ci conosciamo dal 2012. A presentarci fu Giuseppe Filistad con cui entrambi abbiamo collaborato in numerose e belle occasioni. L’occasione di quel pomeriggio fu il vernissage di una esposizione che coinvolgeva De Mariano e Berra, nel grazioso comune di Gualtieri Sicaminò, io non avevo preparato nulla ma feci un intervento: da lì ebbe corso l’Ermeneusi dell’arte e ne nacque la collaborazione, unita a una solida amicizia, con Filippo e la sua famiglia. Il comune sentire, il senso di umanità e il rispetto per l’altro, nonché il desiderio di sperimentare e sperimentarsi ci ha unito e ci unisce a tutt’oggi. Filippo mi disse: «Tu sei in stand by ma quando ti si accende, parti e non ti fermi più». Uno dei più bei complimenti che io abbia ricevuto durante la mia attività nel mondo della cultura, che mi fece e mi fa commuovere anche oggi. Affetto, passione e creatività, ecco ciò che mi lega a Filippo De Mariano, un collante unico e speciale. In seguito, ho collaborato con lui in altre occasioni, l’ultima, in ordine di tempo, un lavoro di editing affidatomi per un testo di cui lui era l’editore. Anche lì portammo a casa un buon risultato. Filippo è una risorsa nel mondo attuale, sempre pronto ad aggiornarsi e a investire in settori che hanno però sempre come base, l’arte e la cultura.

Ricordo ancora con immensa gioia quel 2015 in cui venni scelta come sua curatrice. Quante risate e quante emozioni; in termini umani certe esperienze non hanno prezzo e ti accompagnano lungo l’arco dell’intera esistenza.

Era il 26 maggio 2015 e ci trovavamo nello splendido contesto del Museo del Castello di Mola. Tutto sembrava studiato per dare maggiore effetto scenico alla bellezza del sito medievale. De Mariano – dopo aver esposto l’omonima mostra, nel novembre 2014, nel foyer del Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina – era tornato per offrirci altri contributi. L’esposizione trovava spazio all’interno della rassegna artistica “Luci e Miti a Castelmola” con l’organizzazione generale di “Art Promotion” Taormina, in collaborazione con “Cara Beltà” di Messina e la curatela di Giuseppe Filistad e mia. La mostra fu inaugurata quel 26 maggio. Il clima fu conviviale e pieno di brio, in perfetta sintonia con lo spirito creativo di Filippo De Mariano.

In tal senso, desidero riportare, quanto dissi e scrissi per recensirlo:

«De Mariano non è solo un artista che ama l’arte ma la vive. Vive la vita e la metabolizza, traducendola in opere d’arte. La sua forza vitale sgorga e si trasforma in scrittura. La sua arte figurativa attinge dalle emozioni del tessuto umano, urbano ed extra urbano e getta il colore; genera luce, là dove sembra che l’unica persistenza sia quella dell’ombra. L’arte di De Mariano va letta come un testo, carica com’è di riferimenti cromatici e grafici. Si è come dei viaggiatori nel deserto e per trovare la via che conduce fuori dal labirinto della normalità, vanno recuperate le tracce, i segni che permeano e strutturano i suoi lavori. Esiste, comunque, un faro che illumina la sua opera, senza eliminare gli spazi d’ombra, in una contaminazione che non è solo un amalgama di storie di umani e non umani. Il mondo di De Mariano, è un mondo fatto d’intrecci; tra profano e sacro, tra finito e anelito all’infinito. Impulso d’avvicinarsi il più possibile al punto d’origine nella consapevolezza di non poterlo agguantare. Tra lasciti di comunità tribali, comunione tra Africa e Sicilia, peripezie acrobatiche da artista di strada, che legge la “Street Art” come un nuovo Vangelo. Nel mondo di De Mariano, gli “ultimi” hanno il volto del divino e i frequenti richiami al mondo di angeli e super eroi – i veglianti della nostra società globale in un rinvio alle pagine dei fumetti – non permettono di dimenticare che l’essenza è nel “femminile”. Le Donne, in De Mariano, sono l’origine, così come è “femmina” la sua isola e lo sono le donne che lo accompagnano. In esse, nei tratti delle Veneri modiglianesche e delle ancelle mesopotamiche che ricordano le donne di Peppino Mazzullo, si manifesta l’origine. Le donne portano la vita. Esse sono quelle dagli umori ancestrali e africani. Sensibili ai mutamenti poiché in continuo mutamento, fonte d’ispirazione che collega l’ambito privato di De Mariano con quello sociale e perché no, politico e di denunzia di ciò che è brutto. Filippo De Mariano riporta alla luce, con le sue ambasciatrici di luce, il brutto; per recuperarlo alla bellezza primigenia. Lo fa, osservando il mondo con gli occhi di un bambino, scopritore di nuovi modi di giocare anche in mezzo alle macerie dell’esistere. Dagli scarti, dai pezzi di stoffa recuperati, ha costruito un aquilone carico di colori come le sue opere. Perché De Mariano sa che per vivere, non bisogna rinunciare mai a essere un ragazzo che fa volare gli aquiloni».

Filippo De Mariano è nato nel 1975 a Santa Lucia del Mela (Me). Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Milazzo avvicinandosi precocemente all’arte africana e indirizzando le sue prime opere verso il minimalismo Le sculture di legno africane che tanto colpirono Picasso, coinvolgono anche De Mariano, che chiama le sue pitture dell’esordio, appunto, «sculture di legno colorate». Nel 2001, inaugura la sua prima personale “In Viaggio” presso la Galleria “Vittorio Emanuele” di Messina. Aderisce al “GAI”. Nel 2003, partecipa alla Biennale dei “Giovani Artisti del Mediterraneo”, esponendo cinque tele ad Atene e proponendo per l’edizione annuale di “Gemini Muse” l’installazione “Il Perdono” Dopo la serie pittorica de “Gli Animali di Sophia”, De Mariano espone in altre installazioni: “Con gli occhi del pescespada”, allestita in una delle sale del Forte Ogliastri di Messina per la collettiva “Punti di vista”, organizzata nell’ambito di “Gemine Muse” nel 2007; “Le radici del mondo” nel 2008, realizzata nella stanza ‘602’ dell’Hotel “Alexander Museum” di Pesaro, e “Colonna di luce”, in occasione della “Notte della Cultura” 2011 su invito della Provincia di Messina. Vi è anche la scultura “Il Passaggio dell’Angelo”, del 2010. Ricca la sua attività espositiva, ha, infatti, esposto a: Bari, Pesaro, Milano, Alessandria, Milazzo, Messina, Catania, Salemi, Palermo, Taormina e all’estero. Nel 2013, gli viene conferito il premio “Patrick Ysebaert” a Salemi, che gli consente di tenere una personale al castello di Salemi e vivere l’esperienza di una residenza d’artista in Belgio. Sempre nel 2013, prende parte ad “Archinotte”, manifestazione promossa dall’ordine degli architetti, dove un gruppo di artisti realizza venticinque panchine d’artista all’interno dell’Ente Fiera di Messina, e partecipa alla manifestazione “Prigionieri d’Arte” nell’ex carcere di Rometta, dipingendo la cella numero ‘4’. Presente anche a Catania, per il “Rito della Luce” organizzato da Antonio Presti realizza il mandala “Grembo”.

Questa in sintesi, la biografia di Filippo De Mariano che ha poi continuato con esposizioni e performances negli anni a venire, ma allargando il suo rapporto con altri artisti in un’opera di promozione dell’arte e della lettura, collaborando con amministrazioni e scuole; tenendo laboratori per educare all’arte e alla libertà del conoscere a partire dall’infanzia; soprattutto a partire dall’infanzia. L’arte e la lettura hanno infatti un alto valore pedagogico e formativo e sono cura per la mente e per l’anima.

Partendo da tali presupposti, ho deciso di intervistare Filippo, per farmi raccontare da lui come sta affrontando l’attuale emergenza che tanto ci affligge e non ci fa dormire serenamente.

 

Come stai vivendo questo periodo di chiusura forzata?

Cara Lisa, mi aspettavo questa domanda! Posso dirti che non la sto vivendo male, nel senso che le mie abitudini non sono cambiate molto. Lavoro moltissimo nel mio ufficio “virtuale e artistico”, chiuso dentro le mie mura bianche da ormai più di un anno. Sto sviluppando progetti sia artistici e non, in tutta Europa. Può apparire paradossale ma non mi sto muovendo da questa stanza. Giornalmente sono in contatto con moltissime persone attraverso “Internet” e gli strumenti online che permettono di farlo. Adesso tutti hanno scoperto la parolina “Smart Working”, io già utilizzo questo sistema da un anno e mezzo per viaggiare con la mente e conoscere mille collaboratori e artisti. Quindi posso dirti che sto vivendo bene questo periodo, anche se mi mancano le uscite con la mia famiglia per staccare un attimo e godermi la natura. E parlando di natura mi viene in mente, quanto la natura in sé stia beneficiando del nostro blocco, quanto il mondo stia respirando a pieni polmoni, quanto gli animali si sentano liberi di riprendersi i loro spazi. Aggiungo che sarebbe bello ripartire prima possibile ma con parsimonia, rispetto e non più schiacciando l’acceleratore del progresso forzato, a tutti i costi, a discapito del nostro mondo e del futuro dei nostri figli. Un giorno mi sono imbattuto in questa frase citata da un Indiano d’America in un discorso: «Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli». Credo fortemente nell’essenza di queste parole e non voglio essere un “Virus”, a mia volta, per questo mondo.

 

Quali sono gli ultimi Progetti artistici e lavorativi fatti e quelli ancora in corso?

Sto lavorando a molte cose sia nel campo artistico che nel mondo del “Digitale”. Insieme a un mio carissimo amico artista, Leonardo Pecoraro, in Svizzera stiamo creando infiniti progetti dedicati al mondo dell’arte. Tuttora siamo alle prese con un progetto interessante dedicato a tutti gli artisti “INCONTEMPORANEA 2020”. Stiamo cioè realizzando questa mostra internazionale che si svolgerà “in contemporanea” sia in Italia che in Svizzera e vede coinvolti più di 100 artisti, provenienti da tutte le parti del mondo: Argentina, Francia, Belgio, Svizzera, Italia, Africa. Questo Virus ha messo un po’ di paura anche nel cuore libero di un artista. Ma posso dire che stiamo facendo un ottimo lavoro per tornare ad essere la salvezza del mondo. Come si suol dire: “La bellezza salverà il mondo…”. Parallelamente sto lavorando moltissimo sulla formazione personale e verso gli altri, attraverso il “Digital Marketing”, so che può apparire in contrasto con l’immagine che gli altri hanno di me come artista ma io invece lo trovo complementare.  Ebbene sì, sono anche un “Digital Marketer”! Sto cercando in tutti i modi e con tutti i mezzi di far capire agli artisti che bisogna darsi una svegliatina da questo punto di vista. Il futuro non aspetta nessuno…

 

Che consigli daresti al mondo dell’arte e della cultura per rispondere a questa crisi in atto?

Di lavorare il più possibile, di utilizzare questo tempo per cercarsi e credere in se stessi, di utilizzare questo tempo per crescere sia artisticamente che dal lato umano. Siamo in un’epoca straordinaria, oggi abbiamo possibilità che solo 10 anni fa erano impensabili, abbiamo la possibilità di creare bellezza e attraverso “Internet” di diffonderla in tutto il mondo con un “click”. Non so se posso effettivamente dare consigli al mondo dell’arte e della cultura, è un mondo fatto di cliché. Pochi artisti hanno realmente compreso l’effettivo periodo che stiamo vivendo e stanno cogliendo le mille possibilità che esso mette a disposizione; tutto il resto vive nel piattume senza farsi notare. Per questo motivo, approfitto di questo spazio per invitare i miei amici Artisti a diventare la pecora nera dell’arte. ESPONETEVI! Io credo nell’arte, nella bellezza. Credo in una certa umanità, e nell’amore, che ancora ci contraddistingue da certe bestie (e non mi riferisco agli animali).

Il mondo ha bisogno di Arte!

Grazie Lisa di tutto e un abbraccio…

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