L’ “ITINERARIUM MENTIS IN DEUM-Aspettando Dante”, ha ricevuto il battesimo ufficiale, mercoledì 29 gennaio, all’interno del Duomo di Taormina. Il primo di diversi incontri, che vedono quali luoghi d’elezione gli edifici sacri da Taormina a Giardini Naxos, e vedono impegnati e attori protagonisti, i ragazzi del Liceo Linguistico e Scientifico “Caminiti-Trimarchi”, sede di Giardini Naxos. Una lettura pubblica e condivisa della Divina Commedia che ieri ha posto al centro il Canto VI dell’Inferno con Ciacco che predice l’esilio al Sommo Poeta. L’itinerario delle “Lecturae Dantis” è possibile grazie alla stretta collaborazione tra “Naxoslegge” e il suo direttore artistico, la Prof.ssa Fulvia Toscano, “Archeoclub Giardini Naxos Taormina e Valle dell’Alcantara” e nel caso di ieri, all’Arcipretura di Taormina, rappresentata da Monsignor Carmelo Lupò. L’iniziativa anticipa il programma di manifestazioni che nel 2021 celebreranno i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ed è volta, unitamente a quelle che seguiranno, a sensibilizzare non solo le generazioni più giovani, ma anche quelle più d’esperienza all’ immensa statura di Dante, il quale è uno dei pilastri della nostra storia politica e letteraria; invidiatoci dal resto del mondo. La conferma è giunta dalla ricca presenza di pubblico, ieri, all’interno del Duomo, L’apertura del percorso sull’Alighieri, culminata con la lettura dei passi del Canto VI dell’Inferno da parte degli studenti, ha generato un momento di alta condivisione.
La Professoressa Toscano poco prima dell’inizio ha rilasciato una breve dichiarazione al nostro giornale in cui ha motivato tale scelta:
«Oggi sarà inaugurato “ITINERARIUM MENTIS IN DEUM” con la prolusione del professor Leonardi, docente di Storia del Medioevo presso l’Università di Catania, “Il Medioevo in Dante”, per aprire il percorso di lettura e fare un excursus completo su Dante, perché successivamente ci sarà la lettura e il commento dei canti ad opera dei ragazzi».
Lo stesso Monsignor Lupò ha mostrato la propria gioia nell’offrire un luogo sacro per far risuonare l’eccelsa profondità delle parole dantesche. Durante i saluti ha evidenziato che si tratta di un punto di partenza importante. «Un incentivo a promuovere Dante. Qui si può parlare di Cultura con la “C” maiuscola. Già solo al sentire “nel mezzo del cammin di nostra vita…” tutti sanno che si sta citando Dante. Ora, questo è per noi un momento necessario per ritrovare via della cultura. Qui siamo di fronte a una scommessa poiché Dante è un Autore eterno».
La professoressa Toscano ha poi proseguito, rafforzando l’introduzione di Padre Lupò:
«Anzitutto, il nostro ringraziamento va alla vostra numerosa presenza. “Naxoslegge”, giunto alla sua decima edizione, è un festival che vuol trasmettere l’idea di una “cultura militante”. Mi ritengo fortunata ad essere un’insegnante; ad avere il supporto della scuola, dei miei colleghi e dei ragazzi. Sono un’ottimista e dico che noi amiamo lavorare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Dante è qualità. Portare Dante nei luoghi del sacro, è un riconoscimento del dire poetico come manifestazione del sacro. Quella “ierofania” di cui scrive un autore a me molto caro: Mircea Eliade. Dante è leggere l’identità e le radici della cultura occidentale cristiana. Nel 2021, ricorrerà il grande anniversario della morte di Dante, saranno settecento anni. Ma noi abbiamo deciso di partire prima. Ad esempio, il 25 marzo è stato ufficializzato il “Giorno” dedicato al Poeta e abbiamo già in programma una maratona di letture tratte dalla Commedia. Oggi, apriremo il nostro itinerario con il Canto VI dell’Inferno. Uno dei canti politici dove Dante mostra la propria condizione di esule; un esilio portato con dignità. Agli studenti “Liceo Scientifico e Linguistico” di Giardini Naxos è affidato il compito di alternarsi nella lettura dei vari passi ma prima il Professor Leonardi ci introdurrà al Medioevo di Dante con la sua prolusione».
Infatti, l’analisi delle vicende dantesche, intreccio tra vissuto personale e impegno politico e intellettuale, è stata al centro della prolusione del professor Leonardi, il quale ha catturato totalmente l’attenzione del pubblico per gli approfondimenti esposti con chiarezza e affabilità oratoria. L’epoca, è quella del tardo Medioevo. L’excursus ha compreso alcuni dei momenti nevralgici della vita di Dante, poiché la conoscenza delle vicende biografiche di Dante è fondamentale per comprendere il suo ruolo, quale esponente di spicco della società fiorentina del tardo Duecento e futuro padre della lingua italiana. Il mondo era compreso nello scontro tra civiltà cristiana – rappresentata dal papato –, civiltà islamica ed ebraica. Insistevano, inoltre, due autorità sovra territoriali: Impero e Papato e nella penisola italica, vi erano i vari Comuni, alla ricerca di autonomia dove la nuova classe dei mercanti si muoveva nell’acquisizione di potere economico e politico. Le città, volendo usare un’ispirazione giuntaci da Le Goff, si organizzavano tra il “tempo di Dio e quello del mercante”. Potere civile e laico entravano in contrasto con il potere religioso, anch’esso politico e di controllo territoriale. Si consideri che la scelta del Pontefice avveniva su accordi di tipo economico-territoriale e commerciale. Al centro, il Mediterraneo, luogo di transito e crocevia di culture differenti. Tutto può dirsi, tranne che tale società fosse chiusa, oscura e immobile. Il Purgatorio, ad esempio, è creazione tardo medievale, nato dalla presenza del ceto mercantile. Prima vi era una società tripartita: Oratores, bellatores, laboratores. Ora si aggiungono i mercanti. All’epoca di Dante si assiste a un enorme sommovimento nella società. La creazione degli Ordini Mendicanti – quali quelli dei Domenicani e dei Francescani – fa parte dello spostamento dell’asse che dal castello e dal contado si sposta alla città. La lotta per il potere è la lotta tra le fazioni. Vi è l’eliminazione fisica del nemico oppure l’esilio. Dante racchiude in sé le caratteristiche dell’intellettuale impegnato che paga con l’esilio la propria visione della società ma non arretra. Può essere considerato uno dei primi eruditi di corte dove la poesia è un atto pubblico che prevede l’assunzione di una responsabilità. L’esilio lo condurrà in una “peregrinatio” alla ricerca di “protettori” che possano garantirgli la vita fisica e quella intellettuale. Perciò non può mai fermarsi a lungo nel medesimo luogo. Eppure Dante apre all’acquisizione del volgare scritto, una lingua comune per superare i differenti idiomi dialettali, prendendo le mosse da quella “Scuola Poetica” a cui riconosce la maternità germinale che genera una Lingua, la Siciliana. Dante ammira Federico II di Svevia perché è stato propulsore di un rinnovamento intellettuale senza precedenti.
La lezione e il messaggio di Dante, oggi, ha concluso il Professor Leonardi, «soprattutto per le generazioni più giovani è che mai si è allontanato dal suo dettato: vedere il mondo quale è, e il mondo quale dovrebbe potrebbe essere. Questo è l’invito contenuto nel suo vasto pensiero. L’invito a riscoprire le ragioni per essere una comunità e stare insieme».
Allora trova giusto senso, aver visto gli studenti alternarsi nella lettura, superando l’emozione di stare di fronte a molte persone. Il Canto VI dell’Inferno ha preso vita attraverso le loro parole ed è emerso l’ambiente del III cerchio con il suo paesaggio metallico e oleoso. Qui Dante riceve, dal fiorentino Ciacco, il messaggio che segnerà il suo futuro. Le fazioni si combatteranno, finché i Neri prevarranno, scacciando i Bianchi e con loro Dante. E dalle bocche di questi ragazzi è venuto fuori lo spirito di Dante, donando a tutti coinvolgimento e viva emozione.