Tra i tanti commenti alla situazione politica di questi giorni, manca una valutazione seria del comportamento del Presidente della Repubblica. Tutti si sono soffermati sull’aspetto giuridico, costituzionale e politico e la tutela della sovranità del popolo o meno. Secondo me occorre rilevare la capacità di mediazione, la pazienza e la duttilità diplomatica che gli ha consentito di raggiungere un risultato efficace, nonostante le contrarietà e gli impedimenti presenti. A questo punto emerge con chiarezza che tutto è stato possibile grazie alla forza della fede cattolica ed al Signore che lo ha guidato e sostenuto, facendolo tornare indietro, perdonando le accuse pesanti che gli sono state rivolte, diventando disponibile ad accogliere quanti gli si erano opposti. Così Mattarella ha dato prova di poter affrontare la storia di oggi non solo con le categorie politiche dell’essere contro a priori, non tanto con il pregiudizio di vedere l’altro ostile e nemico, non più con l’atteggiamento di vendetta privata, ma nell’ottica della riconciliazione, della docilità e della valorizzazione dei presunti avversari ed accusatori per il bene comune. Si apre una nuova prospettiva che si è allargata anche alla formazione del nuovo governo, che mette in campo schieramenti contrapposti che possono promuovere l’interesse di tutti con il contributo di ciascuno, le competenze specifiche, la volontà di riuscire a fare un lavoro edificante per lo Stato senza tornaconto privato o di partito, nella consapevolezza di segnare una svolta e di mettere in pratica i valori che hanno costituito il bel paese dell’Italia, la comunità dell’Europa, la globalizzazione del mondo.