Si è svolta stamane, presso l’Aula Magna dell’Ateneo, la Cerimonia di conferimento del Dottorato honoris causa in Filosofia al prof. Fritjof Capra. Fondatore e direttore del center for Ecoliteracy a Berkeley, Fritjof Capra, è anche fellow dello SchumacherCollege in Inghilterra e membro del Consiglio Internazionale della Carta della terra. Rinomato fisico contemporaneo, Capra, inoltre, è autore e coautore di molti libri tradotti in tutto il mondo, tra cui, il Tao della Fisica(1975), La rete della Vita(1996) e Vita e Natura(2014, scritto con Pier Luigi Luisi).
Hanno preso parte alla cerimonia il Prorettore Vicario, prof. Emanuele Scribano, il Decano dei Professori Ordinari, prof. Andrea Romano, il Direttore del COSPECS, prof. Antonino Pennisi ed il Responsanile del D.A. Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane, dott. Pietro Nuccio.
Come i più grandi eruditi del Novecento, lo scienziato austriaco di origini italiane (gli antenati abitavano in un paesino della Valsugana in Trentino Alto Adige) ha posto in discussione le basi della scienza classica e, ripercorrendo la storia delle rivoluzioni scientifiche novecentesche, ha suggerito di operare un “punto di svolta” (come cita il titolo di un suo libro), una sorta di spostamento dalle parti all’intero per abbandonare l’analisi delle singole individualità propria del riduzionismo galileiano e cartesiano a cui siamo stati abituati. Contestualmente, dunque, ha delineato una rinnovata prospettiva sistemica che ha modificato il nostro legame con la natura, ponendoci in stretta relazione con essa grazie a un approccio teorico interdisciplinare che sancisce il passaggio dalla pura osservazione quantitativa degli oggetti alle loro interrelazioni basate sull’approccio sistemico alla realtà. In estrema sintesi, sulla base delle indicazioni del prof. Capra, l’uomo non si muove all’interno della natura come un estraneo, bensì vi agisce all’interno, secondo una prospettiva qualitativa, come parte integrante e di collegamento di eventi globali connessi fra loro. Nel corso della Cerimonia lo studioso ha tenuto unaLectio doctoralis sul tema “La visione sistemica della vita. Scienza per una vita sostenibile”. La Laudatio, invece, è stata affidata al prof. Giuseppe Gembillo, ordinario di Storia della Filosofia dell’Ateneo peloritano, che ha ripercorso la carriera scientifica e saggistica dell’austriaco.
“Esprimo a nome di tutta la Comunità Accademica – ha detto il prof. Scribano durante la sua introduzione – enorme compiacimento per la presenza in questa Aula Magna del prof. Capra, studioso e fisico contemporaneo di calibro internazionale, il cui valore è ampiamente riconosciuto nel mondo”.
“La cultura scientifica novecentesca – ha commentato il prof. Gembillo – ha segnato una trasformazione importante della nostra percezione della realtà. Molti scienziati hanno avvertito il bisogno di indagare il senso primario delle proprie discipline, della natura, del pianeta e della vita riuscendo, così, ad oltrepassare la secolare spaccatura fra settore scientifico e settore umanistico. Questa eccellente rosa di studiosi annovera il prof. Capra, esponente della terza generazione di scienziati-filosofi del Novecento. Nel suo lavoro ha mostrato la via per il passaggio da un approccio analitico ad uno sistemico capace di cogliere i rapporti fra le parti e consapevole delle connessioni di processo generatrici di interazioni, trasformazioni creatrici e comunità sostenibili”.
“Per me è un onore ricevere questo riconoscimento – ha dichiarato il prof. Capra – che rafforza ulteriormente il mio legame con l’Italia e mi consente di esprimervi la più grande e vitale sfida del nostro tempo, cioè formare e mantenere comunità sostenibili o, meglio ancora eco-sostenibili. Il primo passo per riuscire nell’intento è comprendere che la natura sostiene la vita, ci arricchisce e ci impartisce gli insegnamenti per agire correttamente in società. L’universo non è più visto come un macchina, bensì come una rete insaziabile di connessioni e processi che hanno delle ripercussioni concrete per affrontare la crisi globale a vari livelli. In sintesi si tratta di una visione sistemica della vita in cui le soluzioni dei problemi si risolvono sono concatenando gli eventi, unendo i puntini di ogni avvenimento. Non bisogna affrontare le difficoltà come se fossero ognuna separata dall’altra. I leader globali devono comprendere che tutto è collegato e creare una comunità che si sostiene su fondamenti ecologici applicabili alla nostra esistenza quotidiana. Oggi deve completarsi necessariamente un passaggio prospettico dalla biologia all’ecologia e siamo tutti responsabili affinché ciò avvenga. Abbiamo già validi esempi virtuosi di tutto questo: pratiche eco-design, vetture ibride e non solo, ma serve una volontà comune, che unisca la politica, gli affari e la società civile, e trascenda le differenze, per ottenere il risultato”.