Aggregazione, valorizzazione, filiera corta. Sono alcune delle parole d’ordine emerse dal convegno che si è svolto oggi pomeriggio a Palermo e che ha visto confrontarsi operatori del mondo dell’agricoltura e la politica.
Il convegno promosso dal Caa Fenapi e da Fenapi agricoltura ha preso il via partendo da un interrogativo: Quale agricoltura in Sicilia? La programmazione Regionale 2014-200.
A tentare di rispondere Domenico Cosentino, Presidente nazionale Fenapi agricoltura, Corrado Bontempo, Presidente Nazionale Caa Fenapi, Giuseppe Perri, esperto Ismea, l’On. Franco La Ratta, Amministratore Ismea, Michele Ponturo Resp. agricoltura banco popolare siciliano, Francesco Sgroi, responsabile regionale Fenapi Agricoltura.
Univoco il pensiero dei relatori: bisogna crederci, puntare sull’eccellenza siciliana, difendere il Made in Italy, valorizzare le biodiversità del territorio siciliano.
“Compito di noi associazioni, ha affermato Domenico Cosentino nel messaggio consegnato alla platea, è quello di promuovere la diffusione delle produzioni e delle tipicità locali, con disciplinari di produzioni legati al territorio, al metodo di produzione, alla biodiversità. Legare queste produzioni al territorio creando dei marchi di qualità e tipicità che ne garantiscano tracciabilità lungo tutta la filiera consentirebbe di valorizzare il territorio, dare certezza al consumatore sulla provenienza del prodotto, ottenere ricadute economiche non irrilevanti sulle aziende.”
” Non è pensabile, ha affermato Cateno De Luca, recarsi oggi negli agriturismi in Sicilia, piuttosto che negli hotel e ritrovarsi a colazione il miele prodotto all’estero. Bisogna superare questo gap strutturale. La politica deve trovare le risposte. Questo Piano in particolare, ha evidenziato De Luca, ci sembra poco identitario. Mentre cerchiamo di analizzare i punti di forza del PSR ci rendiamo conto che manca una vera strategia del marketing territoriale. Bisogna dunque ripartire da qui per tentare di trovare una soluzione non solo per la filiera corta, ma anche per ciò che riguarda la certezza del credito rispetto ai tempi, e il finanziamento dei piani integrati di filiera.”
Propositivo si è rivelato l’intervento dell’Assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici: “La Sicilia ha tante opportunità che devono essere meglio organizzate. Il Psr si deve mettere a servizio di una migliore organizzazione della produzione e di una concentrazione dell’offerta e di chi fa produzione avendo l’ambizione di chiudere la filiera. Sono queste le tre priorità sulle quali costruiremo le premialità per gli imprenditori e per fare in modo che in Sicilia l’agricoltura che fra sette anni avremo sia più competitiva nei mercati nazionali e internazionali”.