Ho visto nascere questa struttura ed ho visto la lenta trasformazione di questi luoghi, posti fra mare e cielo; uno dei luoghi più suggestivi di S. Teresa di Riva e non poteva esserci destinazione più bella del Parco della Misericordia, che potesse valorizzare questo luogo al servizio del Signore e dei figli di Dio. Il Signore dall’alto protegge, guida e sostiene il nostro paese nell’immaginario collettivo.
Come era prima? un luogo degradato, un rudere che era una ferita per l’ambiente dove si ritrovavano drogati, emarginati, esclusi dalla società, persone in genere dipendenti da sostanze in generale senza speranza di vita. (Tanti giovani provenienti da diverse parti della Sicilia, invece, hanno sperimentato accoglienza, liberazione e rinascita nella fede e nella preghiera). Piano, piano, giorno dopo giorno, questo luogo si dischiude, per l’amore di chi l’ha sognato e per ispirazione dello Spirito Santo, come un fiore meraviglioso che nasce dall’abbandono della terra, dalla spazzatura e dai rifiuti che si erano accumulati nel tempo. Chi arriva su questa collina è affascinato dallo spettacolo e dall’incanto del paesaggio e si mette subito alla presenza di Dio. E’ attirato dai profumi, dalla luce prorompente del sole che evidenzia i mille colori, dalla bellezza del creato che solo il Signore può dare.
Ti trovi subito a contatto con il respiro di Dio, resti senza parole, nel silenzio che ti fa entrare in un dialogo senza fine con il Creatore di tutto e di tutti.
In questo luogo ci sono segni della nostra fede che invitano alla riflessione, alla meditazione e ti preparano all’ascolto della Parola di Gesù, alla preghiera, alla comunione con Lui e con i fratelli e le sorelle: il grande “Gesù” che accoglie benedicente e il percorso della Via Crucis all’aperto che parlano agli occhi e al cuore di ognuno e che fanno gustare la redenzione e la salvezza. Quanti alberi ripiantati, la pulizia che dà il senso della natura curata e amata, gli ulivi, segno di pace e di prosperità, le rose, il canto degli uccelli e tanto altro in modo da diventare un inno di lode a Dio. Coloro che vengono, anche da lontano e sono tanti, pieni di sofferenze, di preoccupazione, di ansia, a volte dominati dalla disperazione e dal dolore, dalle schiavitù e dai rumori di questo mondo, già si ravvivano lontani dalla confusione e dal caos. I pellegrini, pertanto, possono immergersi nel deserto che permette ad ognuno di “rientrare in se stessi”, rigenerarsi nella fede e sperimentare consolazione, guarigione e gioia, elevando l’anima in un canto di lode che sgorga dal cuore di ognuno per dire la grandezza e le meraviglie che il Signore compie nei cuori e nelle storie di ciascuno. Questo canto diventa anche adorazione inonda tutta la zona di armonia, di pace, di perdono, di riconciliazione, di amore per Dio e per tutti gli uomini e le donne che vi accorrono, a differenza di chi sparge violenza, intolleranza e male. Tutti coloro che sono venuti, ritornano. Dice papa Francesco, oggi, che i semi che sparge l’uomo vengono trasformati in semi di vita mediante lo Spirito Santo. Questo è un patrimonio per ogni cristiano, io spero che venga salvaguardato e non disperso e diventi patrimonio difeso e protetto di tutta la comunità cittadina perché non toglie niente alle Chiese, già presenti sul territorio, anzi sicuramente aggiunge formazione, preghiera e condivisione. Infatti chi ha ricevuto grazia e nuova energia è disponibile a spenderla nella fraternità e nella donazione di sé; si sente appartenente alla Chiesa del Cristo risorto, popolo di Dio in cammino che si raduna insieme e si rinnova fedelmente alla sorgente della Parola viva contro le suggestioni del male che vuole contrastare “l’opera di Dio”, comunque fatta nella misericordia, nella benedizione e nella comunione.
Annabella Sgroi