Grande partecipazione di pubblico ieri alla presentazione del saggio in onore di Walter Benjamin scritto dalla taorminese Lisa Bachis. L’evento inserito nel cartellone degli appuntamenti letterari dell’associazione “Arte & Cultura a Taormina”, presieduta da MariaTeresa Papale, si è svolto eccezionalmente in occasione delle “Giornate FAI di Primavera” presso il blasonato salone del Museo Casa Cuseni. Soddisfazione è stata espressa da Maria Teresa Papale . “Ringrazio Fulvia Toscano, responsabile del gruppo FAI di Giardini Naxos – Taormina,- ha affermato Papale- per aver voluto coinvolgere “SPAZIO al SUD” in questo evento prestigioso: siamo fieri di aver contribuito al successo della Giornata con la presentazione del pregevole saggio”. La presidente dell’associazione “Arte & Cultura a Taormina” si è anche complimentata con l’autrice Lisa Bachis e la giornalista Milena Privitera per “ essere riuscite a rendere facilmente comprensibile un testo decisamente “difficile” per i più…ed a coinvolgerli tutti!”. Intellettuale a tutto tondo, vero “homme de lettres” come lo definì Hannah Harendt, Benjamin, tedesco di religione ebraica, è stato un filosofo, scrittore, traduttore, critico letterario e sociologo segnato da amicizie personali e frequentazioni culturali con i maggiori rappresentanti dell’intellighentia europea dell’epoca – da Scholem ad Adorno, da Brecht ad Horkheimer, senza dimenticare Bloch e Rosenzweig – che lo portarono a concepire un originale accostamento tra mistica ebraica e marxismo. Focalizzando le proprie riflessioni sul problema del linguaggio, elemento determinante sia dell’esperienza filosofica che di quella artistico-letteraria, Benjamin arrivò ad una teoria dell’interpretazione basata sul concetto di una divina, unica lingua originaria, degenerata e ridottasi col passar del tempo ad un insieme di segni, convenzionali sistema di comunicazione. Ed è su questo aspetto che si sofferma il saggio su Benjamin firmato da Maria Luisa Bachis, (ed. Firenze Libri Atheneum, 2000), laureata in Filosofia e studiosa di Ermeneutica Filosofica, nel suo dichiarato omaggio alla poliedrica figura di Benjamin, che “affascina per l’incredibile capacità di spaziare in tutti i campi delle lettere e del pensiero”. Quello della Bachis si rivela così una sorta di “ viaggio nel mondo del pensatore ebreo-tedesco, figura da sempre letta, interpretata persino decifrata, ma mai compresa appieno, mai tradotta del tutto. Benjamin non ha mai sofferto la stanchezza nell’investigare la fitta trama di linguaggio che costituisce l’essenza stessa dell’uomo. Il pensatore, mediante l’opera di traduzione e di critica, invece, ha indagato i percorsi battuti da una parola scaduta a “chiacchiera”, nell’opera esegetica dei testi “quasi alchemica”, per far risuonare almeno un’eco della parola pura e incorrotta: la parola adamitica”.