SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE AL TEATRO DEI NAVIGANTI. LA RECENSIONE DEL PROF. SANTO TRIMARCHI

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Al Teatro dei naviganti di Messina, dal 5 al 9 Giugno, si è tenuto lo spettacolo conclusivo della Master Class, condotta da Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo “Sei personaggi in cerca d’autore” che ha conseguito un successo ragguardevole per la rappresentazione dell’opera con una rivisitazione artistica di alto livello tecnico, espressivo ed esistenziale.

La scelta  dell’alternanza dei ruoli all’interno del copione classico ha fatto passare sulla scena il messaggio dell’autore che ha messo in campo la filosofia dell’identità dell’uomo nella possibilità di assumere una varietà di personaggi, con la coscienza di essere uno, tanti altri e nessuno in relazione ai rapporti instaurati ed al contesto in cui si viene a trovare.

E’ quindi emerso chiaramente lo scontro tra la realtà dei personaggi veri e la finzione degli attori che interpretano un dramma secondo la visione soggettiva di vissuto o di narrazione, nella concretezza dei fatti o nell’illusione. Si è trattato del gioco delle parti nell’arte e nella vita, a confronto sul palcoscenico, per svelare la trama della verità nelle pieghe delle storie nate o costruite ad un modo di essere. La performance della Master Class con la regia di Cucinotta ha suscitato un pathos intenso negli spettatori, situati attorno alla scena, nel cerchio partecipativo e collaborativo, da protagonisti inseriti in un dialogo stringente sulla necessità di una comunicazione autentica in grado di liberare emozioni ed ispirazioni per la comprensione di se stessi e degli altri. L’esito delle repliche, ogni volta diverso ed in crescendo, è stato fenomenale, fascinoso, edificante, grazie al lavoro di preparazione artigianale e certosino di ricerca, sul piano filosofico e di scavo interiore, che ha messo in grado gli attori di conoscere bene la materia da trattare ed entrare nei panni di ogni ruolo con creatività senza rompere le regole, ma valorizzandole. Così si è potuta realizzare l’opera d’arte, camminando nei solchi della bellezza assegnata ad ognuno, investendo nella passione per il teatro, rimanendo nei limiti del proprio servizio ed usufruendo del valore di ciascuno, nella diversità e nella plasticità dell’interpretazione che sa riconoscere lo spazio della propria identità dentro il contesto della narrazione.

Santo Trimarchi

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