18 e 19 ottobre a Taormina. Protagonisti i ragazzi, prima di tutto. La rassegna di proiezioni in programma per “CineMigrare” ha raggiunto lo scopo prefissatosi: dialogo e confronto serrato tra “addetti ai lavori” – registi, produttori, attori e scrittori – «e gli studenti dell’II.SS. “S. Pugliatti” che hanno visionato i cortometraggi finalisti e hanno espresso la loro preferenza, consegnando il Premio Miglior Film a “Pizza Boy” del regista Gianluca Zonta, con la seguente motivazione: Un corto fantastico, emozionante e davvero toccante. Sottile linea comica, ma con un profondo significato».
La scuola anzitutto; perché oggi più che mai bisogna ripartire dalla base. E la base, uno dei mattoni fondanti di una società civile, dopo la famiglia, è per l’appunto la scuola. A scuola si impara a confrontarsi con l’altro da noi e si esce fuori dalle mura domestiche per iniziare un percorso dentro la comunità reale. La scuola ha obbligo morale e pedagogico di fornire gli strumenti necessari affinché si consegni al giovane l’opportunità di esercitare un libero senso critico. La scuola sostiene, crea relazioni, apre mondi e matura il senso del dialogo. Ben vengano dunque tutte le iniziative volte a riportare i ragazzi dentro un mondo, che troppo spesso si fa piatto e omologato. Si restituiscano i colori. Si osservino i bianchi, i neri e i grigi del vivere e li si lasci crescere senza la scure del terrore dello sconosciuto; frutto di una propaganda che disarma le coscienze per lobotomizzare l’individuo. Dobbiamo, per primi noi adulti, riaffidarci ai nostri ragazzi. Hanno più apertura mentale loro, di tanti sapienti che blaterano nel tempio dell’oggi.
La cura e la passione posta in essere dagli organizzatori di “CineMigrare”: Cirino Cristaldi, Giampiero Gobbi e l’infaticabile Sara Adorno – che ha seguito insieme a loro passo dopo passo lo svolgersi della manifestazione –, merita grande sottolineatura. Si respirava aria di squadra, fondamentale per la riuscita di un progetto che sia degno di tal nome, e vi assicuro che questi qui sanno il fatto loro. Si avvertiva entusiasmo nella comunicazione di temi che, da più parti, sono visti come indigesti e da rinchiudere nella cassapanca del benaltrismo e del qualunquismo.
Per questo «un ringraziamento sentito va a chi ha sostenuto il progetto: l’associazione culturale “No_Name”, presieduta da Cirino Cristaldi e Giampiero Gobbi, la “Fondazione Taormina Arte-Sicilia” con il segretario generale Ninni Panzera e l’II.SS. “S. Pugliatti” con il preside Luigi Napoli».
La “Casa del Cinema” di Taormina, con l’accogliente sala proiezioni, è diventata il salotto che ha ospitato e permesso un interessante – oltre alla proiezione dei corti – scambio di considerazioni sul mondo delle migrazioni, sul ruolo e la centralità del Mediterraneo. Sulla responsabilità che l’intera Europa deve avere nei confronti della violazione dei diritti umani e sulle strategie tattiche e le attuali visioni geopolitiche in merito a quello che viene considerato un “problema di portata epocale”. Si tratta infatti di fare una scelta imprescindibile, ossia scegliere il corso del Neoumanesimo oppure fingere che qualcun altro si occuperà della questione.
«Gli ospiti che hanno dialogato con il pubblico in sala – nelle giornate di venerdì 18 e sabato 19 ottobre presso la “Casa del Cinema di Taormina” –, sono stati: il regista Vito Palmieri, che ha raccontato del suo corto “Il mondiale in piazza”, vincitore di diversi festival in giro per l’Italia e che con un’abile tecnica del racconto ha saputo unire il tema dell’immigrazione a quello dello sport, creando un legame con lo spettatore e veicolando un messaggio più profondo».
A moderare l’incontro è stato Cirino Cristaldi. Palmieri ha espresso più di una volta – in sintonia con lo spirito della rassegna – che «le nuove generazioni sono quei ragazzi nel corto che giocano a pallone. Loro sono la speranza».
A seguire, l’incontro con la giornalista di RaiNews24, Laura Tangherlini e che ha visto in qualità di moderatrice la giornalista Milena Privitera. «La Tangherlini ha esposto la tematica siriana attraverso l’uso del reportage. Ciò ha dato vita a “Matrimonio siriano” e a “Matrimonio siriano-Un nuovo viaggio”. Un racconto fatto di immagini e parole che ha lo scopo di far conoscere il reale aspetto delle condizioni dei bambini in quei luoghi dove la guerra continua incessantemente a colpire i civili. Sempre all’interno della saletta cinematografica di Taormina, ha preso parola la scrittrice Valentina Conti che con il suo romanzo “Tu promettilo al vento” dando parola ai soggetti che più di tutti risentono di questa lacerante situazione».
Valentina Conti ha volutamente usato la letteratura favolistica per favorire l’accesso ad una comprensione più spontanea, valida per grandi e piccini. Lei stessa ha dichiarato, al giornalista Andrea Maglia, la scelta di tali moduli stilistici ed espressivi dato che «il linguaggio dei bambini è semplice, diretto. Serve per far riflettere».
«A concludere la tappa taorminese di “CineMigrare” il regista Fabrizio Sergi, che ha presentato il corto “Sharifa”, una storia commovente, che al suo interno presenta accenni alla letteratura pirandelliana, raccontando in maniera toccante il percorso di integrazione dei giovani migranti».
Fabrizio Sergi, che consideriamo “nostro” sia per prossimità territoriale che per influssi culturali, può essere definito regista “neorealista” e con produzioni tutte siciliane. Possiede, inoltre, l’innata ironia del siciliano “contastorie” unitamente al senso poetico dato alla vita e che, in Sharifa, si mostra attraverso il muto dialogo tra Omar e la luna. Perciò mi piace riportare un passo tratto da L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin, del 1936, spiazzante nei contenuti e valido per rendere le potenzialità del cinema:
Il film non ha ancora percepito il suo vero senso, le sue possibilità… Esse consistono nella possibilità che gli è peculiare di portare all’espressione con mezzi naturali e con una capacità di convincimento assolutamente incomparabile ciò che è magico, meraviglioso, sovrannaturale.
Il cinema e con esso la letteratura possono e debbono smuovere le coscienze e scuotere i cervelli dall’apatia. E ripeto una volta di più: la scuola è il luogo dove questo non solo è possibile ma è realizzato dai ragazzi e dai loro educatori. Vito Palmieri, Laura Tangherlini, Fabrizio Sergi e Valentina Conti hanno ricevuto lo speciale Premio “CineMigrare 2019” perché hanno saputo «veicolare il messaggio dell’immigrazione in maniera esemplare».
Lisa Bachis