Il G7 è finito, i quadri di Antonello da Messina sono stati già portati via e da mercoledì potranno essere ammirati al Museo Mandralisca di Cefalù, l’assessore alla Cultura di Taormina, Mario D’Agostino, si è dimesso e la Procura di Messina ha aperto un’inchiesta. Nel giro di qualche giorno la Perla dello Ionio è tornata a far parlare di se, anche se per motivi meno nobili. Le opere d’arte ammirate dai potenti della Terra non potranno essere visitate dai tanti turisti che come da tradizione popolano Taormina. Si, perchè i dipinti sono stati portati via prima del previsto da Palazzo Corvaja visto che erano stati concessi nelle stesse date ad un’altra mostra. Come se non bastasse sono state esposte opere finte e spacciate per chissà quali quadri. «Mi chiedo come abbiano potuto esporre a Taormina, durante il G7, una crosta inguardabile come la «Tavola lucana», spacciata come l’autoritratto (ovviamente finto) di Leonardo. Fossero andati a Porta Portese con mille euro avrebbero trovato di meglio. Sarebbe bastato esporre il solo “Ritratto d’ignoto marinaio”, il capolavoro di Antonello da Messina, per omaggiare degnamente gli illustri ospiti istituzionali, la città e i turisti. Ma hanno prevalso fretta e incompetenza», ha dichiarato Vittorio Sgarbi. Più trascorrono le ore, però, e maggiori sono i particolari che emergono da una vicenda post G7 destinata a scombussolare la politica locale. La Beni culturali srl, la società che aveva portato i quadri di Antonello da Messina e Caravaggio a Taormina come evento collaterale del G7 e che aveva già prenotazioni per tutto il mese di giugno, non ci sta di fronte a questo imprevisto spostamento e si è rivolta alla magistratura portando in Procura tutti gli atti, dal protocollo d’intesa siglato con la Regione a quello, firmato ad agosto dell’anno scorso, con il sindaco Eligio Giardina che aveva concesso Palazzo Corvaja fino al 30 giugno, con un accavallamento di venti giorni con un’altra società che dall’11 giugno porta a Taormina la “Van Gogh multimediale”. In un contesto del genere il vicesindaco e assessore alla Cultura di Taormina, questa mattina, ha rassegnato le proprie dimissioni negando, però, un eventuale legame con il pasticciaccio di Palazzo Corvaja. «Questa esperienza politica è giunta al capolinea. Tale scelta, che non ha nulla a che fare con le polemiche di questi giorni, ma è piuttosto il frutto di una riflessione da più tempo ponderata, ha, inevitabilmente, una componente personale e una politica». Sembra una scena del film “Totò Truffa”. Si, perchè la Beni culturali srl ha chiesto l’annullamento della delibera del novembre scorso con la quale il Comune di Taormina ha concesso i locali di Palazzo Corvaja ad una società che dovrebbe portare la mostra di Van Gogh, attualmente a Bologna. Peccato, però, che a detenere i diritti a livello mondiale di questa esposizione è la Grande Exhibitions che nulla ha a che fare con la società con cui il Comune di Taormina ha stretto l’accordo. Non c’è che dire, il G7 sta continuando ad incidere sulla cittadina in provincia di Messina.
Valerio Morabito