Con D.D.G. n. 1685 del 21-04-2016 l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana ha decretato che la Porzione dell’ex Poligono di Tiro a Segno Nazionale di Alì Terme è da intendersi di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D.Lgs. n.42 del 22-01-2004 e pertanto rimane sottoposto a tutte le prescrizioni di tutela contenute nello stesso decreto legislativo. L’idea di diffondere nei centri urbani il tiro a segno per esercitare i cittadini all’arte della guerra nasceva nello stato Sabaudo nella seconda metà del XIX secolo con Alessandro Pernati, ministro del secondo gabinetto D’Azeglio, che riprendeva una tradizione consolidata già in epoca napoleonica. La tradizione di organizzare associazioni di tiro a segno per esercitare i futuri soldati continuò anche nei decenni successivi all’Unità d’Italia. In particolare fu con la legge 2 luglio 1882 che lo Stato Italiano mirò a istituire accanto ad autonome società di Tiro a Segno anche un Tiro a Segno Nazionale allo scopo di preparare la gioventù e conservare la pratica delle armi in tutti coloro che facevano parte dell’esercito permanente e delle milizie. Lo Stato ne finanziava la costruzione (la finalità era quella dell’educazione militare nazionale) purché sui ruoli di iscrizione vi fossero registrati almeno 100 tiratori. Si presume pertanto che il complesso architettonico del Tiro a Segno Nazionale di Alì fu costruito in seguito all’emanazione di tale legge; anche se è molto difficile attribuire una data specifica relativa alla nascita dell’impianto è possibile ritenere che il Tiro a Segno sia sorto tra il 1890 e il 1900. Edificato lungo l’alveo del Torrente Nisi in prossimità della costa, su un’area di circa 7000 metri quadri appartenenti al demanio militare, divenne ben presto punto di riferimento di tutta la riviera ionica messinese. Nel ventennio tra le due guerre il Partito Fascista predispose una serie di esercitazioni volte a preparare i futuri soldati ad una eventuale e possibile guerra ed i campi di tiro a segno di tutta Italia divennero luoghi dove fare esercitazioni premilitari, sicché anche il poligono del Tiro a Segno di Alì Terme divenne luogo di riferimento per le esercitazioni di tiro e per le riunioni del Sabato Fascista. Dopo la guerra la struttura rimase ancora efficiente, con il suo campo di tiro lungo più di 200 metri, ma gradualmente venne abbandonato negli anni successivi ed oggi risulta in condizioni di incuria pur essendo una testimonianza storica importante per tutta la riviera ionica messinese. L’unitarietà delle costruzioni costituenti il Tiro a segno Nazionale di Alì Terme con le sue pertinenze funzionali ed il significato di valenza storica e testimoniale del bene ne ha pertanto determinato il riconoscimento dell’interesse storico-artistico da parte del competente Assessorato della Regione. Questa decisione, pertanto, produce i suoi effetti sia sul progetto dello svincolo autostradale ma anche in relazione alla diatriba circa la sistemazione dell’attuale ponte oppure la costruzione altrove del ponte sul fiume Nisi, collegamento viario della S.S. 114 fra gli abitati di Nizza di Sicilia ed Alì Terme.