20 C
Messina
domenica, Settembre 15, 2024

“Dolente immagine. Bellini al cinema” a Taormina. Visita alla mostra con Ninni Panzera

Senza categoria“Dolente immagine. Bellini al cinema” a Taormina. Visita alla mostra con Ninni Panzera
Foto di Lisa Bachis

Visitare la Casa del Cinema di Taormina, che ha sede nel prestigioso palazzo denominato dell’ex Pretura ma che in passato era uno dei palazzi nobiliari cittadini sul Corso Umberto, è entrare in un altro dei luoghi a me cari. Felice la scelta di destinarlo ad accogliente dimora per assaporare le mille sfaccettature dell’universo cinematografico che sin da subito la Fondazione Taormina Arte Sicilia ha sposato. Forte è l’impronta di Ninni Panzera che, insieme al Comune di Taormina, ha dato impulso a questo luogo. L’esposizione “Dolente immagine. Bellini al cinema” è un’idea vincente e unica nel suo genere. Una mostra che può dirsi una «prima assoluta», aperta al pubblico sino al 31 ottobre 2021.

Panzera, l’ideatore, si è avvalso per realizzarla, della preziosa collaborazione delle professionalità di Taormina Arte. Gli allestimenti predisposti con grande cura e attenzione da Francesca Cannavò; la grafica di Elisabetta Monaco; l’amministrazione di Emi Mammoliti; l’ospitalità a cura di Elisabetta Gulotta. Il lavoro incessante del delegato Siae Daniela Di Leo e poi il lavoro di Giulia La Pica, Anna Lo Turco, Manuele Passalacqua, Valeria Leone. Nonché la presenza indispensabile dei tecnici: Antonio Mazzeo e Salvatore Sterrantino, e la virtuosa collaborazione di Carlotta Papale per le traduzioni.

La direzione della mostra, promossa dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, ha tenuto inoltre a indirizzare particolari ringraziamenti a: Giuseppe Barbaro Franco la Magna Paolo Marinozzi la Cineteca di Bologna e il BFI di Londra.

Questa esposizione si inserisce nelle manifestazioni dedicate a Vincenzo Bellini in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini di Catania e il contributo del Museo del Cinema a Pannello di Montecosaro (MC). Tra i prestatori, oltre alla collezione immensa di Ninni Panzera, Paolo Marinozzi e Giuseppe Barbaro.

 

Due guide d’eccezione: Ninni Panzera e Vincenzo Bellini – Sono grata a Ninni Panzera dall’aplomb inglese che con fare attento e premuroso mi ha fatto dono della sua compagnia per la visita alla mostra. Ad accoglierci il Maestro Bellini, non in persona ma «in statua». La bella sagoma – una delle due, insieme alla Casta Diva, progettate dalla bravissima Francesca Cannavò – è posta all’inizio di un percorso espositivo, ricco di materiali dedicati all’opera belliniana. L’illuminazione morbida pone in risalto ogni singola chicca che incontrerete lungo questo cammino, diviso in «isole» come ha precisato lo stesso Panzera mentre mi guidava spiegandomi i dettagli e le particolarità legate alla sua passione per le cose belle.

Ninni Panzera, con grande pazienza e amore infinito, ha messo da parte, dopo averli ritrovati, materiali provenienti da vari collezionisti e da tutto il mondo, inerenti i film che hanno avuto per protagonista Bellini. Queste opere sono state messe a disposizione della Fondazione Taormina Arte Sicilia per la realizzazione del progetto Bellini Reinassance promosso per l’appunto dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo retto da Manlio Messina.

Posso solo anticiparvi – il resto lo lascerò alle parole di Ninni Panzera medesimo – che all’interno del percorso espositivo, ritroverete una diffusione sorprendente dell’Opera a livello popolare. Penetrata a fondo tra le varie fasce sociali, appassionate anche più della nobiltà e dell’emergente borghesia, desiderose di ascoltare i loro beniamini. La potenza del cinema ha contribuito in modo notevole ad aumentarne la visibilità e il gradimento. L’Opera, vista e amata dalla gente comune, che assisteva dai loggioni e che, in seguito alle varie trasposizioni cinematografiche, ha avuto diffusione ovunque, anche a mezzo di gadget.

Troverete oggetti come Carte de Visite, calendarietti e altre meraviglie. Scoprirete un mondo fatto di disegni realizzati come pezzi unici dai grandi maestri disegnatori e le stampe.

 

Ma questa bella narrazione, la riservo tutta a Ninni Panzera che mi ha raccontato di un progetto e di un’immensa passione:

La Mostra prende in considerazione i sette film in cui Bellini è personaggio, questo è il primo taglio. Quali sono i sette film: ci sono tre Casta Diva, due La Sonnambula, Maria Malibran e Casa Ricordi. Sette isole a cui ho aggiunto un’isola finale di cui ti dirò dopo: Norma.

La prima isola è Casa Ricordi, il cui contenuto è tutta una serie di materiali che sono il corredo fotografico dei film di tradizione: manifesto, locandina e foto buste […] Poteva cambiare il formato del manifesto, poi qui abbiamo un manifesto, italiano, uno spagnolo, diversa grafica siamo nel 1954 e c’era il disegno che si snoda su diversi piani. Tutto questo materiale è quello che noi definiamo oggi il trailer, la presentazione del film.

Questa mostra è nata quando si è parlato di presentare progetti per il Bellini Fest, unendo vari progetti con Taormina Arte. Ho riunito le anime, dal cinema alla musica al teatro. Ci sarà ad esempio, la “Norma in Jazz” a Catania con Paolo Fresu. Il progetto iniziale doveva essere “Melodramma e cinema” con un angolo dedicato a Bellini. Man mano le ricerche hanno portato sempre più materiale, da tutto il mondo: Australia, America come vedi qui tra il materiale di Casa Ricordi. Qui c’è un «dossier de press» francese per la stampa. Abbiamo materiale con una carta stupenda che bisognerebbe poter toccare.

Nella seconda isola, potrai notare come le opere liriche, le storie, i romanzi attorno alle opere liriche, erano popolari. Qui ci sono due cineromanzi, cosa che non è oggi l’opera lirica. Il soggetto è Maria Malibran e qui abbiamo delle foto in formato piccolo. Ci sono pagine pubblicitarie e fotobuste. Questa collezione è al novanta per cento mia personale.

In un altro isolotto abbiamo due Sonnambule tra cui La Sonnambula di Cesare Barlacchi del 1952 e fotobuste con gli elementi de La Sonnambula di Piero Ballerini del 1942, opera sconosciuta, realizzati da Alfonso Capitani grande disegnatore di cinema, due tra i pezzi più rari della mostra, trovati a Barcellona. Le 5 rare fotobuste sono state date in prestito da un collezionista messinese, Giuseppe Barbaro. Carta bellissima, uniche quattro immagini di Sonnambula

Poi ci scontriamo con un «4 fogli», di cui il formato più grande è il 140 per 2 metri, disegnato da De Amicis. Ancora non c’erano i computer, sono tutte opere uniche e di grande impatto. Questo è molto vissuto come manifesto. Sapevo che era così e l’ho preso lo stesso. Ecco le marche da bollo per convalidare l’affissione. Si scendono la scale e te lo ritrovi di fronte e non puoi non guardarlo

Superate Casa Ricordi, Maria Malibran e le due Sonnambule, troviamo Casta Diva diretta tre volte da Carmine Gallone. Nel 1935, in doppia versione italiana e inglese con la meravigliosa Marta Eggerth e con un doppio interprete Sandro Palmieri per la versione italiana e Philips Holmes per quella inglese. Uno dei tre sceneggiatori era Corrado Alvaro, calabrese DOC. Anche il rifacimento del 1954, è diretto dallo stesso regista, interpretato da Antonella Lualdi, Nadia Gray e Maurice Ronet. Qui abbiamo un libretto, manifesti e due calendarietti da barbiere, uno dipinto e uno fotografico. Begli oggetti da toccare.  L’Opera che era popolare e non moda, questi oggetti ne sono l’emblema, che non era dire: «Sono stata in pelliccia all’opera» ma affondava nel cuore delle persone.

Curiosità assoluta The divine spark, la versione inglese diretta da Gallone, di cui vedi qui la locandina. Pellicola che proietteremo per la prima volta in Italia per merito di Milena Privitera, nella seconda metà di settembre, qui alla Casa del Cinema.

Qui invece abbiamo una versione francese mentre qui questo è un programma di sala austriaco, e qui il manifesto fatto nel centenario della morte che vinse la Coppa Mussolini. Qui un manifesto giapponese bellissimo. […] Questo è un «film program» tedesco. In Germania, Casta Diva si chiamava Magdalena. Qui un altro cineromanzo dell’ex Iugoslavia, del 1954.

Poi, il pezzo più bello della mostra: il dipinto originale di Angelo Cesselon, sempre della Casta Diva, tra i più grandi disegnatori di cinema, da cui poi si è ricavato il manifesto. C’è arte, arte purissima.

Continuando, ci spostiamo in Russia con un pezzo che ho inseguito molto, e qui un manifesto belga. Finito il percorso di “Bellini al cinema”, ci spostiamo a teatro con la Norma, dove trovi esposti nove fotogrammi della proiezione che l’Orchestra a Plettro musicherà dal vivo. Nove immagini delle scene fatte a teatro.

Un altro pezzo di pregio è il costume che vedi, appartenuto ad Anita Cerquetti, grande cantante belliniana, che sostituì la Callas dopo la prima della Norma al teatro di Roma. La Callas, infatti, indignata da alcune critiche decise di abbandonare la scena. Era il 1968. Poi ci sono alcuni bozzetti… La Cerquetti fu premiata con il “Bellini d’oro” nel 2000.

Infine un’ultima curiosità: del 1900 sono queste scatoline di fiammiferi raffiguranti la Norma, per sottolineare ancora volta la popolarità della lirica.

 

Prima di chiudere, e dopo averlo già ringraziato per questo eccezionale excursus, gli chiedo di rispondere a un paio di domande.

 

«Ninni Panzera, si chiude l’esperienza di Taormina Arte. Cosa vuoi fare da grande?».

 

NINNI PANZERA

Sinceramente, non ho ancora avuto tempo di pensarci. Dal primo agosto tecnicamente sono andato in pensione ma c’era da affrontare questa stagione, uno spettacolo dietro l’altro. Spero presto venga nominato un sovrintendente. Anche con la “Zattera dell’Arte” ho in cantiere dei progetti che andranno avanti se ci sarà un futuro ministero, con le contribuzioni ministeriali, ma anche su questo i tempi non sono maturi.

 

«Hai un consiglio da dare a chi prenderà il tuo posto?».

 

NINNI PANZERA

Consiglio no, ma posso dire di esser riuscito a portar fuori questa struttura dalla tempesta in cui ci avevano cacciato. Resta, accanto alle grandi cose fatte soprattutto agli inizi, l’orgoglio di essere riuscito a tenere in piedi una nave che era pronta a naufragare, sbattendo su ogni scoglio che si incontrava. Però siamo rimasti in piedi, stiamo riemergendo. Sono stati anni difficili ma questa è una punta d’orgoglio perché consegno al successore una struttura viva, vitale, capace di progettare, capace di realizzare delle cose. Adesso si tratta di approfondire, di migliorare e ben venga chi riuscirà ad immettere nuova linfa, energia positiva, e bellezza nelle attività che Taormina Arte realizza.

 

Grazie Ninni Panzera per questo prezioso contributo e per l’egregio lavoro svolto. Ad meliora et maiora semper!

Ti potrebbe interessare anche..

Altri Tag:

Articolo più letti