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martedì, Dicembre 3, 2024

La tradizione si riconferma con il Concerto di Capodanno dell’Orchestra a Plettro di Taormina

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Foto dell'Autrice

Ci sono appuntamenti che rientrano tra le tradizioni di una città. Il Capodanno a Taormina non è solo la passeggiata sul Corso Umberto o l’aperitivo in uno dei locali del centro. Per chi qui ci vive, e per tutti quelli che scelgono la cittadina come luogo di soggiorno oppure per trascorrere un pomeriggio ad ammirare gli addobbi, il paesaggio mozzafiato, girare per negozi e fare le ultime foto prima di tornare alla routine. La nostra storia ha riti che si rinnovano e sono mattoni della nostra tradizione. Tra essi oltre i cenoni, i fuochi d’artificio, il countdown in piazza, i brindisi, il tuffo a mare del primo dell’anno, c’è “il concertone” dell’Orchestra a Plettro “Città di Taormina”. Ciascuno di noi vuol ascoltare il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica e il giorno dopo, stare insieme a tavola ad ascoltare le note che provengono dal televisore per il concerto viennese. Anche noi abbiamo il nostro “tradizionale” Concerto di Capodanno e abbiamo la nostra “Orchestra”. Un appuntamento, quello di ieri, tenutosi nella Sala A del Palacongressi che non ha affatto disatteso le aspettative e come avrebbe potuto, vista l’eccellenza che si è espressa sul palco. Al solito, sono giunta in anticipo – fondamentale per trovare posto –; erano appena le diciannove e rimango spiazzata. Il pienone, una sala strapiena! La tradizione è talmente forte e consolidata che il “concertone” è atteso non solo da noi taorminesi ma dalle tante persone giunte apposta da fuori.

Il Concerto di Capodanno, è l’augurio più bello che Taormina possa fare alla sua gente e ai suoi ospiti. L’ho sempre trovato di buon auspicio. Se si pensa che questo appuntamento si ripete da oltre quarant’anni e che non è Capodanno senza concerto, così come non è Natale senza il falò. Tutto era elettrizzante, ieri nel tardo pomeriggio; c’era desiderio di stare insieme e partecipare alla festa. Si vedevano le maestranze lavorare; il palco pronto con le sedie e il pianoforte e le percussioni. Chi andava alla ricerca di un posto e chi si fermava a fare auguri, tra una chiacchiera e l’altra, nell’attesa dell’inizio.

Anche quest’anno il Comune di Taormina – perché l’Orchestra è parte integrante di questa città – ha patrocinato e promosso la manifestazione. Inoltre durante il suo saluto, il Sindaco Prof. Mario Bolognari ha dischiarato il rinnovo per i prossimi tre anni della convenzione con l’Orchestra a Plettro. Il 2020 costituisce una data importante per questa istituzione: il concerto ha aperto i festeggiamenti del cento decimo anno dalla nascita dell’Orchestra.

Il dott. Cino Restuccia – il quale come da tradizione ha indossato i panni del presentatore – l’ha sottolineato in apertura, e varie volte durante l’arco della serata. Su quel palco, mentre nominava i padri dell’Orchestra come il Maestro Gulotta, o Aucello oppure Chico Scimone, si respirava la storia. “I plettri”, ovvero gli strumenti pizzicati con il plettro, sono parte di una tradizione di botteghe artigiane dove oltre al lavoro si insegnava a suonare, sino a quando non si decise di fondare una scuola e un’orchestra. Taormina non è stata mai solo turismo ma ha un corpo fatto di antichi mestieri: falegnami, tappezzieri, fabbri, ricamatrici, contadini e pescatori, per citarne alcuni. Essi ne hanno modellato il volto di pari passo con la storia architettonica e artistica.

L’omaggio ai «Maestri che si sono succeduti nel corso di questa lunga storia di amore per la musica e gli strumenti a plettro – ha dichiarato il Maestro Tonino Pellitteri, direttore stabile dell’Orchestra dal 2008 – sarà l’occasione per eseguire alcuni brani tratti dal grande repertorio sinfonico-operistico e dalla canzone napoletana».

I festeggiamenti per i 110 anni hanno incluso una programmazione, che ha previsto l’esecuzione di alcune composizioni tratte da Soundtracks, CD che è un’antologia dei brani eseguiti con un abbraccio al mondo del cinema; altro tassello della storia taorminese. Così Pellitteri ha motivato tale scelta:

«Il nuovo CD dell’Orchestra a Plettro è un viaggio attraverso la grande musica per film e rappresenta il frutto del forte legame che unisce Taormina e la sua storica Orchestra al cinema fin dal 1960, quando Michelangelo Antonioni la volle nel film L’Avventura. Grazie agli arrangiamenti scritti dal M° Chico Scimone e da me, la musica del grande cinema è diventata parte del repertorio musicale che l’Orchestra propone con successo nei suoi concerti in Italia e nel mondo. Soundtracks non è solo il primo CD realizzato dall’Orchestra a Plettro, ma è soprattutto la realizzazione di un sogno iniziato molti anni fa, fatto di amicizia, di condivisione, di duro lavoro, di sperimentazioni, di gioia di vivere, di collaborazioni, di fallimenti e di rinascite. In ogni nota suonata, da questi preziosi strumenti, c’è un po’ della storia dell’Orchestra a Plettro “Città di Taormina”, una realtà nata nelle botteghe taorminesi, e diventata, grazie al desiderio di condivisione e alla tenacia di generazioni di musicisti, un patrimonio musicale da esportare nel mondo».

Del resto, per avere un assaggio di quanto fatto sino ad oggi dall’orchestra a Plettro “Città di Taormina” basta ricordare alcuni tra i prestigiosi appuntamenti a cui ha partecipato nell’anno appena trascorso, il 2019. I concerti realizzati per la rassegna musicale “Iblaclassica” sotto la direzione artistica del M° Giovanni Cultrera; la partecipazione alla 65esima edizione del “Taormina Film Fest” prodotta da Videobank S.P.A. e quella alla IX edizione del “Taobuk-Taormina Book Festival” ideata e curata da A. Ferrara;  la partecipazione al “MiCo” di Milano al 102nd Lions Clubs International Convention;  il concerto per il “MusicFest” di Avola e, infine, il concerto realizzato nell’ambito della programmazione “Autunno all’Odeon” a cura della “Fondazione Taormina Arte Sicilia”.

La prima parte del concerto si è aperta con l’esecuzione della Pastorale Siciliana nel rispetto della nostra memoria. La suggestione regalata dai musicisti che hanno suonato con le luci di sala abbassate, in un’ombreggiatura blu data dalle lucine sui leggii, ha donato a noi tutti un momento di grande intimità e calore. L’omaggio ai nostri padri è andato al Maestro Pancrazio Gulotta con l’esecuzione del suo Movimento Siciliano e al Maestro Chico Scimone con il suo Concerto d’Autunno. E lì, con Pellitteri al piano e l’orchestra in sintonia reciproca, a me veniva da piangere. Lo dico con la massima sincerità, perché ho rivisto Chico e sua sorella Amelia. Ho rivissuto la mia giovinezza quando ci si ritrovava in giro e sapevi che loro erano lì con noi. Se è vero che siamo energia – che gira e mai si disperde – lo spirito di queste due anime belle era con noi e insieme a loro ieri sera, c’erano tanti taorminesi di nascita e d’adozione, che hanno solo portato il meglio in questa città. E un pensiero tra i più cari va a Sergio Claudio Perroni. Magari sarò solo una sentimentale ma il fatto è che senza sentimenti dove vorremmo andare? Ieri, in quella sala stracolma di gente, ho rivisto tutti i nostri cari e c’era un bel sentire sotto ogni aspetto: umano e sovraumano.

Il procedere delle esecuzioni è avvenuto tra musicalità orientali quali l’Autunno Giapponese di Yasuo Kuwahara e le note magiare di Czardas di Vittorio Monti, con gli arrangiamenti di Giuseppe Anedda; rese ancora più vive e originali dal nipote, il primo mandolino Emanuele Buzi.

Le sinfonie legate al cinema, Il Gattopardo Suite (Nino Rota) e C’era una volta il West Suite arrangiate dal Maestro Pellitteri (Morricone), hanno fatto giubilare il pubblico sino a farlo partecipare attivamente durante l’esecuzione dell’Ouverture del Barbiere di Siviglia di G. Rossini e le magistrali interpretazioni di Funiculì Funiculà (Turco-Denza) e O Surdato ‘Nnamurato (Califano-Cannio) del soprano Ilenia Leonardo, che con modi deliziosi unitamente alla bravura ha saputo coinvolgere anche i più timidi in un’allegra corale.

Anzi, giunti all’esecuzione dell’Ouverture di Orfeo all’Inferno di Offenbach, già si era proiettati tutti verso la richiesta del bis, che è diventato un tris, in un tripudio festoso di “Bravi bravi!” per la standing ovation. Un’esecuzione che ha confermato la maturità e l’esperienza di questi musicisti, i quali hanno dimostrato di sapersi divertire anche durante momenti esecutivi non certo facili. Il Maestro Antonino Pellitteri li ha guidati come un maestro di ballo. In alcuni momenti, sembrava volesse invitarli a fare un giro di valzer. Ciascuno di loro ha regalato gioia e tanta professionalità:

Emanuele Buzi (primo mandolino), Elisabetta Monaco (liuto cantabile), Alfredo D’Urso (chitarra solista), Ilenia Leonardi (soprano), Flaminia Chiechio e Carmelo Pellitteri (flauto).

Inoltre, desidero citare anche gli altri componenti:

Mandolini: Mario D’Allura, Simona Brancato, Claudia Costa, Jona Patitò, Rosamaria Mendolia, Salvatore Sclafani, Angy Codello Barbera, Dora Licciardello, Concetta Cundari, Manuela Puglia, Mario Daleo, Carlo Bucceri, Lamberto Faraci, Maurizio Scardaci;

Mandoloncello: David Barbera, Irene Cacciatore, Chiara Previti, Francesco Tralongo;

Chitarre: Yari Pavone, William Barbera, Luigi Scionti, Vilma De Lazzari, Laila Coslovi;

Contrabbassi: Patrizia Privitera, Giuseppe Santamaria;

Percussioni: Giovanni Caruso.

L’Orchestra a Plettro “Città di Taormina”, riconfermando la tradizione in un inizio d’anno che ha inaugurato anche l’ingresso nel secondo decennio degli anni Duemila, ha reso il Capodanno 2020 ancora più magico.

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