Avevo scritto di Sandra Sánchez Martín Nieto dopo la sua partecipazione alla prima edizione di “Camere con Vista”, il format nato da un’idea di Rocco Bertè in collaborazione con Rogika’s Friends e l’organizzazione a cura dell’associazione fotografica Taoclick, di cui la fotoamatrice fa parte.
Eravamo in pieno lockdown e la Sánchez in quell’occasione ha presentato “Diario di una quarantena”, mossa dal desiderio di registrare visivamente l’atmosfera asfittica che si percepiva. Una visione locale e di cronaca degli avvenimenti legati alla pandemia. La scelta scritturale della forma diaristica per offrire un punto di vista molto personale, meno distaccato delle cose attorno alla Nieto. Un reportage intimista che penetrava nell’intimità del soggetto narrante: le fotografie, sequenze di un campo di battaglia diverso e surreale. Uomini, donne e bambini chiusi in casa o sottoposti a turnazioni per fare la spesa e provvedere al procacciamento dei generi di prima necessità. Le immagini caricate del nero di una vicenda tutt’altro che rosea rispecchiavano lo stato d’animo della Sánchez. La scrittura febbrile e tormentata a vivificare le foto e talvolta a prevaricare su di esse. Sempre alla ricerca, Sandra Sánchez è mossa da un’irruenta pulsione al fare, dettata sia dal carattere ma anche dal desiderio di testimoniare il mondo. Nel “Diario”, Taormina e i suoi abitanti si distaccano dall’immagine stereotipata dei fortunati che vivono in un Paradiso, perché qui l’Inferno ci stringe tutti insieme nella distanza di sicurezza. La città si accende tra i riverberi di luci appannate di una bellezza spettrale, che le restituiscono un fascino d’altri tempi. Taormina non è spettatrice secondaria, ma coprotagonista.
Da allora, tra una zona colorata e l’altra, la fotoamatrice ha partecipato anche ad altri progetti, mai appagata. Nonostante le difficoltà, date da questo subdolo periodo, ha attivato un interessante circuito di collaborazioni, nel solco della sperimentazione.
Tra queste, quella con Giovanni Montalbano, che ha pubblicato il suo primo singolo “In un’estate così”, con il nome Puntozero, in collaborazione con INDIeFFUSIONE, il portale dedicato alla musica emergente e indipendente, per poi continuare di successo in successo anche con il supporto tecnico della Sánchez. O l’altro contributo, offerto al Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari di Taormina, mediante vari documenti fotografici e video. L’indole di questa vulcanica giovane donna la rende carica di movimento ed energia, di certo soggetta all’influsso delle origini spagnole.
Di recente, infatti, abbiamo avuto modo di apprendere della sua partecipazione all’esposizione “a 2 metri”, a Sant Esteve de Palautordera, di cui potrete trovare il link del video a fondo articolo. Allora ho pensato fosse giunto il momento per farmi rilasciare un’intervista dalla Sánchez, e raccontarmi un po’ di che si tratta.
Sandra, potresti darmi maggiori informazioni su quest’esposizione? Ho visto opere di varia natura; chi ha organizzato e curato la mostra?
La mostra ha per titolo “a 2 metri”. L’intenzione di questa esposizione è mostrare mediante il linguaggio artistico quello che ha scatenato l’esperienza del confinamento, durante il lockdown. Consiste nell’esposizione di 24 artisti di generi diversi: pittura, fotografia, videoproiezione, scultura; quasi tutti residenti nel Baix Montseny. Sono sei ambiti composti da un esterno (strade vuote), da un interno (dentro le case) fino alle emozioni (nostalgia, solitudine, paura). Finisce con uno sguardo sul futuro, uno spazio per la riflessione del visitatore.
Sono stata contattata da Susana Gutiérrez, la curatrice, dopo che ha visionato il mio video girato in quarantena, dove si vede una Taormina vuota e triste, spenta. Non ho, ovviamente, esitato nel prestare il mio video per questa iniziativa, anche perché il luogo in cui è stato esposto, è dove ho trascorso gran parte della mia infanzia e adolescenza. Nella provincia di Barcelona, a Sant Esteve de Palautordera, nei Baix Montseny. Non ho potuto purtroppo assistere alla presentazione e alla esposizione a causa delle varie restrizioni causate dal Covid, che mi hanno impedito di viaggiare, ma sono stata sempre informata sugli avvenimenti e sui vari commenti rivolti alla mia videoproiezione. È stato come essere lì nonostante la distanza.
L’esposizione, che ha visto la Sánchez tra gli artisti presenti con le loro opere, è Patrocinata da “Taula de cultura”, dal comune di “Sant Esteve de Palautordera”; ed è a cura di Susana Gutiérrez, la quale ha ricercato artisti di vario genere. La location dell’esposizione è “NIdart centro d’arte contemporanea” a Sant Esteve de Palautordera.
A questo punto, ricevute le prime informazioni, ho deciso di rivolgerle qualche altra domanda, per capire se vi fossero ulteriori aggiornamenti in merito ai suoi scatti.
Eri presente con un video a colori o sbaglio? Ti sei convertita?
Giammai! Appartengo alla fascia “oscura” della fotografia… In realtà il video è volutamente a colori perché la nebbia, la faceva da padrone e volevo lasciare quel briciolo di speranza dietro una giornata vuota, grigia e desolata. E non lo era solo Taormina. Con la mia ‘GoPro’ ho percorso il corso Umberto di Taormina e, senza vergognarmene, posso dire di aver versato qualche lacrima mentre vedevo una Taormina triste, immersa nella nebbia. Una città in ginocchio, con tutte le attività chiuse e con i suoi cittadini chiusi in casa. Mi è sembrato di camminare in uno di quei videogiochi dell’orrore, non a caso la colonna sonora del video è “The Room – Room of Angel” del videogioco della Konami “Silent Hill 4”. Fotograficamente rimango una “Luttina” e raramente, riesco a tirare fuori una foto a colori che mi soddisfi.
Tu realizzi foto e anche video: ami sperimentare generi diversi?
Diciamo che cerco di tirare fuori la parte dinamica delle immagini. Ho sempre amato immortalare gli attimi ed ultimamente mi sto addentrando nel mondo del video in tutte le sue forme: dalla regia, alla scenografia, alle riprese e il montaggio. Ho ancora tantissimo da imparare e ritengo non si finisca mai di farlo, per questo motivo sono sempre assetata di nuove esperienze e mi piace sperimentare ciò che mi diverte e mi fa stare bene, e non conosco. Non ho un genere preciso, forse perché ancora lo sto cercando e per questo mi piace provarli un poco tutti per poi, forse, decidere di soffermarmi e concentrarmi solo su un genere specifico. O forse rimarrò sempre con la sete di assaporare nuovi generi… Non ho una idea precisa.
Quanto ti ha cambiato entrare a far parte dell’allegra brigata di Taoclick?
Tantissimo. Posso dire sia un pilastro portante nel riordino delle mie idee e del mio “viaggio”, come mi piace definirlo grazie a “Teorema Sicilia” di Roberto Mendolia, vicepresidente della associazione. Un viaggio quasi prettamente siciliano, dove l’amore per la Sicilia cresce sempre di più e posso coltivarlo, grazie alle “Invasioni” della associazione fotografica Taoclick. Posso assaporare nuovi sapori in ogni paese dove andiamo, osservare la loro piccola popolazione e vegetazione, vicoletti e stradine (spesso infangate), ascoltare il suono di dialetti siciliani sempre diversi che mi affascinano, collegarmi spiritualmente con il luogo ed odorare la loro storia. L’ottima organizzazione di queste invasioni, grazie al Segretario Alfio, permette di addentrarsi in una Sicilia cruda e vera, che ti entra dentro quasi visceralmente. L’associazione con le sue iniziative, gli incontri con altri artisti e progetti, mi ha apportato tante idee e ispirazioni. Mi ha “raccolto” in un momento particolare della mia vita e mi ha aiutata ad aprire nuovi orizzonti e ognuno dei componenti della brigata, con i loro caratteri e particolarità artistiche, mi ha apportato preziosi attimi di crescita, non solo fotografica ma anche personale.
La “colpa” di questo incontro con l’associazione rimane comunque del Presidente Ernesto De Luna, che mi presentò al gruppo in occasione di un incontro fotografico nell’ Archivio Storico.
Quindi, definitivamente, Taoclick ha fatto rispolverare quella voglia irrefrenabile di scattare fotografie (che avevo seppellito per troppo tempo) per avventurarmi in generi diversi, osservando i lavori di chi ne fa parte e di chi partecipa alle loro iniziative.
Sono molto belle le parole di Sandra Sánchez e fanno riflettere non solo sull’importanza della fotografia come sostegno alla vita, ma anche sulla preziosa presenza di associazioni come Taoclick che hanno permesso e permettono alle persone di incontrarsi, confrontarsi, stringersi in amicizia sotto l’egida della fotografia.
Qui sotto, il link con il video dell’esposizione: